Rapporto choc del Garante regionale: quasi 400 detenuti in più rispetto alla capienza, 44 tentativi di suicidio solo a Catanzaro nel 2024 e un grave deficit di personale.
Continua....
Le carceri calabresi versano in una situazione allarmante, con quasi 400 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. I dati emergono dall’ultima relazione semestrale del Garante regionale Luca Muglia, che evidenzia sovraffollamento, carenze di organico e strutture inadeguate. Cosenza e Rossano risultano gli istituti più sovraffollati, rispettivamente con 286 e 317 detenuti a fronte di capienze di 219 e 260 posti.
Gravi carenze di organico
La situazione è aggravata da un deficit significativo di personale di polizia penitenziaria: mancano 63 unità a Catanzaro, 36 a Palmi e 32 ad Arghillà. Inoltre, la presenza di soli tre mediatori culturali rende difficile la gestione di oltre 500 detenuti stranieri, provenienti da 20 nazionalità diverse.
Allarme suicidi e autolesionismo
Tra gennaio e giugno 2024 si sono registrati 78 tentativi di suicidio, di cui 44 solo nel carcere di Catanzaro, dove insiste l’unico reparto psichiatrico regionale. La chiusura del reparto psichiatrico Argo di Reggio Calabria ha ulteriormente aggravato la situazione.
Strutture vetuste e inadeguate
Le carceri calabresi soffrono anche per la scarsa manutenzione: molte camere detentive sono prive di docce o schermate da pannelli in plexiglass opachi. Gli spazi per socialità, passeggi e colloqui risultano insufficienti, minando i percorsi rieducativi previsti dalla legge.
Un problema nazionale
Il problema delle carceri sovraffollate non è limitato alla Calabria: è stato richiamato nel discorso di fine anno del Presidente della Repubblica e nella visita inaugurale del Giubileo del Papa al carcere di Rebibbia. Tuttavia, le condizioni critiche in Calabria richiedono interventi urgenti, soprattutto per garantire il rispetto dei diritti umani e migliorare la sicurezza di detenuti e personale.
Questa drammatica situazione richiede una risposta istituzionale immediata per affrontare le emergenze strutturali e organizzative e per garantire condizioni di vita dignitose a tutti i detenuti.