Un nuovo lutto ha colpito la famigerata Strada Statale 106, tristemente nota come la “strada della morte”. Questa mattina, alle 6:30, in contrada Amica, frazione di Corigliano-Rossano (CS), Brunetti Bombina, una donna di 85 anni, è stata travolta e uccisa da un veicolo mentre attraversava la strada. “Zia Pupetta”, come era affettuosamente chiamata dalla comunità, era una donna semplice, stimata e benvoluta, dedita al figlio disabile, per il quale ogni giorno compiva il gesto di andare a comprare un cornetto. Quella che era una consuetudine si è trasformata in una tragedia, lasciando la comunità nello sconforto e nella rabbia.
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La Statale 106 si conferma un teatro di tragedie. Negli ultimi mesi, in un tratto di appena 500 metri, altre due vite sono state spezzate: Maria Rosa Boccuti, 40 anni, e Umberto Graziano, 39 anni. Questi episodi non possono più essere liquidati come semplici incidenti. La pericolosità di questo tratto stradale, unita all’immobilismo delle istituzioni, rappresenta una grave mancanza. L’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” denuncia da tempo la necessità di interventi strutturali urgenti da parte di Anas Spa, che però continua a non agire.
Il dramma di questa mattina ha generato il caos: il traffico è rimasto paralizzato per circa quattro ore, con autobus pieni di studenti bloccati, veicoli incolonnati per chilometri e nessuna via alternativa per il traffico pesante. Questa situazione mette in evidenza, ancora una volta, l’inadeguatezza delle infrastrutture stradali calabresi. E a peggiorare il senso di insicurezza, oggi è stata segnalata la presenza di un gregge di pecore sulla Statale 106, nei pressi dello svincolo di Cirò, in provincia di Crotone, a dimostrazione dell’incuria diffusa.
Di fronte a tali tragedie, la domanda diventa inevitabile: è giustificabile investire miliardi per grandi opere come il Ponte sullo Stretto, mentre la Statale 106, che rappresenta una priorità vitale per la Calabria, viene sistematicamente trascurata? La politica è chiamata a rispondere con azioni concrete, non più con promesse. Quante altre vite devono essere sacrificate prima che si intervenga per mettere in sicurezza questa strada?
La comunità di Corigliano-Rossano piange la perdita di Brunetti Bombina, e l’Organizzazione di Volontariato esprime vicinanza alla famiglia e al figlio disabile, che ora dovrà affrontare un futuro ancora più difficile. Non possiamo dimenticare queste vittime: il loro sacrificio non deve essere vano. È tempo che la Statale 106 smetta di essere una “strage di Stato” e diventi una strada sicura, emblema di riscatto per una regione che non può più aspettare.