Il caso dei diplomi irregolari rilasciati da sedicenti atenei calabresi e stranieri affonda le radici nel 2020, con segnalazioni già presenti sui social e ora confermate dall’inchiesta “Zero Titoli”
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Le ombre sui diplomi e certificazioni rilasciati da presunte università straniere legate all’inchiesta “Zero Titoli” emergono già nel 2020, quando l’Ambasciata di Cipro in Italia segnalava pubblicamente irregolarità su alcuni titoli rilasciati da università “fantasma” con sede dichiarata in Calabria e accordi con società cipriote. All’epoca, i sospetti furono sollevati su Twitter, dove l’account ufficiale dell’ambasciata chiarì che enti come la Evergood Advisors Campus University non avevano alcun riconoscimento legale, né a Cipro né altrove.
Tra i soggetti coinvolti, le società legate a Saveria Maria Modaffari, il cui nome appare anche nelle indagini condotte dalla Procura di Trani. Alcuni aspiranti insegnanti, presentando titoli di laurea sospetti per ottenere il riconoscimento ministeriale, videro respinte le loro richieste già anni fa. In particolare, un documento ministeriale del 2020 confermava che il Polo interuniversitario Unimorfe e la Evergood Advisors Campus University, presunte partner accademiche, non esistevano negli elenchi degli istituti accreditati in Italia o a Cipro.
La polemica esplose sui social, dove un utente soprannominato “Mary” minacciò azioni legali contro l’Ambasciata di Cipro, sostenendo che le società operavano legittimamente in remoto e avevano accordi con atenei internazionali. Tuttavia, l’inchiesta “Zero Titoli” ha confermato le irregolarità: le verifiche della Guardia di Finanza e delle autorità cipriote hanno stabilito che tali enti non avevano alcuna legittimità per emettere diplomi universitari. Il caso, nato sui social, si sposta ora nelle aule dei tribunali.