Da redazione giornalistica 
‘Raccapricciante il silenzio delle donne Pd e delle femministe’
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“‘Si scambia l’affetto con l’aggressione’. Le parole usate da Romano Prodi, e riportate dalle agenzie di stampa, per spiegare il gesto villano nei confronti di una giornalista di Mediaset colpevole di averle fatto una domanda sgradita, sono terribilmente simili a quelle che usa chi giustifica con l’amore la gelosia ossessiva o peggio con atti di violenza fisica o psicologica nei confronti di una donna”. E’ quanto afferma Wanda Ferro (FDI), sottosegretario all’Interno.
“Romano Prodi, icona della sinistra ed aspirante presidente della Repubblica – aggiunge Ferro – avrebbe dovuto soltanto scusarsi per aver messo le mani addosso ad una giornalista, tirandole i capelli, e poi per aver mentito mettendo in dubbio le sue parole, finché non è stato sbugiardato da un video. Invece utilizza una frase che è doppiamente grave, non solo perché nega l’atteggiamento aggressivo, ma anche perché vuole portare a normalità l’uso di un atteggiamento affettuoso da parte di un uomo di potere verso una giornalista che sta facendo il suo lavoro, in un contesto lavorativo, mettendola in imbarazzo davanti ad altri suoi colleghi”.
“Ciò che per la sinistra dovrebbe rappresentare una gravissima e paradigmatica espressione della più tossica cultura patriarcale – sostiene ancora la parlamentare di Fratelli d’Italia – per Romano Prodi diventa affetto, paternalismo, addirittura pedagogismo. Nel silenzio raccapricciante delle donne del Pd e delle femministe ad intermittenza”.