Mer. Ott 16th, 2024

Si è tenuta lunedì pomeriggio, presso la Sala del Consiglio Comunale di Siderno, l’assemblea di presentazione del Piano di Azione di Locale (PAL) da parte del costituendo Gruppo di Azione Locale “Terre Locridee”, la cui fase di formazione, raggiunto questo 23esimo incontro, può dirsi finalmente conclusa.

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Anche in questa occasione, l’introduzione è stata affidata a Stefano Zirilli, che ha ripercorso ancora una volta il lungo cammino iniziato lo scorso 7 novembre 2015 e che oggi, a quasi un anno di distanza, vede la partecipazione già deliberata di 31 dei 36 comuni coinvolti da Monasterace a Bianco.

«Dopo l’adesione di poche ore fa da parte di Marina di Gioiosa Jonica – ha affermato Zirilli – attendiamo solo la formalizzazione della stessa con i prossimi consiglii comunali da parte di Martone e San Giovanni di Gerace. Restano fuori Riace, il cui sindaco ha espressamente affermato di non essere interessato ad aderire e i commissariati Bovalino e San Luca, i cui amministratori, comunque, hanno annunciato l’adesione in seguito alla verifica della validità di tutti i protocolli presentati.

«Siamo comunque molto orgogliosi degli obiettivi raggiunti sinora, che vedono inoltre l’adesione al partenariato da parte dei distaccamenti locali di tutte le grandi associazioni dell’ambito rurale e industriale, quella di 12 associazioni territoriali che si occupano di sviluppo e turismo, nonché quella di diversi Consorzi di Produzione, Pro Loco e Società di Sviluppo Territoriale. Fino ad oggi abbiamo infatti registrato la partecipazione di ben 65 imprese territoriali, una presenza massiccia e, per nostra fortuna, equamente distribuita su tutto il territorio.

«Il nostro percorso di formazione – conclude Zirilli – comunque non finisce qui: ai partecipanti che troviamo oggi in elenco se ne potranno aggiungere numerosi altri anche dopo la presentazione del PAL in Regione, prevista per il prossimo 23 settembre e, non dimentichiamolo, c’è altrettanto da fare per la costituzione di un valido Gruppo di Azione Costiera, del quale abbiamo intenzione di cominciare a parlare, assieme agli obiettivi concreti che il GAL oggi si prefigge, immediatamente dopo l’uscita delle graduatorie, quando finalmente sapremo quanto valido sia stato il nostro lavoro e quanto meriti in termini di finanziamenti».

La parola è dunque passata a Guido Mignolli, uno dei membri del gruppo di progettazione del PAL per la Locride, da lui illustrato sulla base delle più recenti modifiche accolte in seguito all’avanzamento di alcune proposte da parte dei diretti interessati.

«Il PAL rientra nei finanziamenti del Piano di Sviluppo della Regione Calabria ed è sviluppato sulla base di tre filoni fondamentali: l’aspetto sociale, quello delle filiere dei prodotti agroalimentari e quello del patrimonio storico/ambientale. Per ciascuno di questi filoni sono stati studiati dei piani strategici che, correttamente integrati tra loro, permetteranno la creazione complessiva del PAL.

«Gli interventi strategici che sono finora stati immaginati riguardano, nel campo sociale, la realizzazione di fattorie sociali o didattiche[1], da affiancarsi a forme di ospitalità rurale legate al tema della socialità. A queste si affiancherà la creazione di un cosiddetto Rural Center, un luogo tecnologico di condivisione delle scelte, partecipazione della gente e condivisione dei progetti che avrà diversi punti di contatto con i sempre più diffusi Urban Center[2] ma sarà, ovviamente, finalizzato allo sviluppo rurale.

«Il filone agroalimentare troverà poi nuova linfa vitale con la realizzazione di reti di aziende, le cosiddette microfiliere, che possano potenziare le produzioni (soprattutto di nicchia) del territorio e valorizzare così tutti i prodotti della Locride in seguito all’individuazione di alcuni percorsi per la trasformazione.

«Nell’ambito del patrimonio storico/culturale ci interesseremo al recupero di alcune parti del costruito che caratterizzano il paesaggio della Locride: mi riferisco ai terrazzamenti storici, ad alcuni percorsi presenti all’interno dei territori rurali, alle strutture antiche per la conduzione delle acque… Realizzeremo, insomma, interventi a favore degli enti locali e delle aziende al solo fine di recuperare questo prezioso patrimonio, obiettivo utile sia a livello culturale sia a livello ambientale, considerato che queste opere spesso influiscono sulla sicurezza del territorio e, opportunamente conservate, riducono il degrado e il fattore di rischio che si registra sul territorio.

«A questi tre filoni fondamentali, poi, il piano affianca altre azioni trasversali, una specifica per le aree interne e concentrata sui servizi per la persona (abbiamo previsto un intervento relativo all’invecchiamento attivo[3]) e una utile alla cura del territorio, affinché si prevengano i fenomeni di abbandono di alcune aree e le aziende stesse possano diventare presidi territoriali per la Locride. A queste si aggiunge la cooperazione transnazionale e interregionale[4], in merito alle quali sono stati previsti quattro interventi, due nell’ambito agroalimentare due relativi alla governance locale e sui servizi sociali.

«Obiettivo di fondo del PAL è rimettere al centro delle operazioni dello sviluppo territoriale la persona, sensibilizzando in primo luogo i residenti alle problematiche legate al territorio e all’ambiente, recuperando la memoria e le identità.

«Vogliamo, insomma, dare forza al particolare per valorizzare a livello complessivo l’intero territorio».

Ha concluso, prima di passare la parola agli interventi dei cittadini, Claudio Marcianò, che si è dichiarato fiducioso di vedere questo GAL, che parte da basi molto consistenti, continuare a crescere di anno in anno, tanto da poter diventare un vero e proprio trampolino di (ri)lancio per il territorio.

«Recentemente – ha raccontato brevemente Marcianò – presso un convegno UNESCO tenutosi in Svezia ho scoperto il concetto di Città Creativa[5] e ho compreso che che la Locride potrebbe, adeguatamente guidata da questo partenariato, ancor più di quella terra fredda e spesso inospitale, entrare a fare parte della rete UNESCO presentandosi come Città Creativa.

«Ciò di cui abbiamo bisogno per realizzare questo sogno è solo qualche anno utile a organizzarci. Per il resto, il gruppo tecnico ha già abbondantemente dimostrato di poter fare un lavoro straordinario e adesso deve solo imparare a compensare i propri punti di debolezza con i punti di forza degli altri partner, rinsaldando così periodicamente e continuamente il rapporto fino al raggiungimento dei prossimi obiettivi solo per inerzia».

[1] Sono strutture che estendono i loro servizi a favore di persone che presentano forme di svantaggio psico-fisico oppure di disagio sociale. L’aiuto si estende attraverso servizi educativi, culturali e di supporto alle famiglie e alle istituzioni didattiche.

[2] Urban Center è una locuzione anglosassone utilizzata per designare diverse tipologie di strutture la cui missione principale è il coinvolgimento critico delle comunità civiche nelle politiche di trasformazione della città e del territorio.

[3] L’invecchiamento attivo è, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, “un processo di ottimizzazione delle opportunità relative alla salute, partecipazione e sicurezza, allo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone anziane”.

[4] Vale a dire la collaborazione attiva con altri GAL del territorio italiano o europeo, al fine di scambiarsi buone pratiche per la corretta riuscita delle strategie di crescita.

[5] Il network “Città Creative”, promosso dall’Unesco, ha come obiettivo la creazione di un legame tra città in grado di sostenere e di fare della creatività culturale un elemento essenziale per il proprio sviluppo economico, offrendo agli operatori locali una piattaforma internazionale su cui convogliare l’energia creativa delle proprie Città e gettando così le fondamenta per proiettare esperienze locali in un contesto globale, con l’obiettivo di promuovere l’industria della cultura.

Attraverso questa rete, divisa in sette aree corrispondenti ad altrettanti settori culturali (Musica, Letteratura, Folk Art, Design, Media Arts, Gastronomia, Cinema) le Città possono condividere le proprie esperienze e sostenersi reciprocamente, valorizzando le proprie capacità ed incrementando la presenza dei propri prodotti culturali sui mercati nazionali ed internazionali.

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