Il procuratore capo di Catanzaro è stato ospite di “Mezz’ora in più” andato in onda su Rai 3. E sulla mancata nomina a ministro: «Chiedete a Napolitano» . Mentre su rapporti con la politica: «Io incontro tutti, da Fdi a Leu, faccio il consulente gratuito»
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«Io parlo con tutti. Mi chiamano parlamentari da Fdi a Leu, faccio il consulente gratuito ma poi fanno quello che vogliono. Anche Salvini è venuto a trovarmi in ufficio qualche settimana fa. Ma lo posso fare perché non ho mai chiesto niente a nessuno. Quando vado a Roma faccio la questua al ministero per chiedere uomini e mezzi, ma è normale se si dirige un ufficio». Lo ha detto Nicola Gratteri a Lucia Annunziata a in “Mezz’ora in più” rispondendo a una domanda sui complimenti ricevuti da Matteo Salvini. «Sono cose che mi possono pure far piacere, ma non mi toccano perché non cambiano il mio modo di lavorare», ha aggiunto Gratteri.
LA MANCATA NOMINA A MINISTRO «Ho conosciuto Renzi nel 2014, il giorno prima che andasse dal presidente Napolitano. Non è che mi fidassi di Renzi, gli dissi quello che bisognava fare e lui era d’accordo su tutto, parlammo di cose strutturali che riguardavano il sistema giudiziario». Ha sostenuto Gratteri, rispondendo a una domanda di Lucia Annunziata sulla sua mancata nomina a ministro della Giustizia. «Perché il veto di Napolitano? Chiedete a lui. Pare che avesse detto che sono un pm troppo caratterizzato». «Non so cosa volesse dire – ha aggiunto Gratteri -. È vero che sono molto indipendente e non faccio parte di nessuna corrente, ho un carattere duro, non conosco mediazioni al ribasso. In ogni caso, una volta finito l’incarico di ministro, avrei guidato un’azienda agricola, sono un bravo agricoltore, di certo non avrei fatto più il magistrato per una questione di serietà e credibilità».
«PRESCRIZIONE? È UNA MEDIAZIONE A RIBASSO» «È una mediazione al ribasso perché serviva la prescrizione per costringere il legislatore ad interessarsi concretamente per fare modifiche procedurali al codice di procedura per velocizzare il processo senza diminuire le garanzie dell’imputato». Ha poi affermato il procuratore capo alla domanda sulla riforma in discussione al Parlamento. «Il legislatore serio deve preoccuparsi del perché un fascicolo resta 4 anni in un armadio del pm», ha aggiunto.
I MAGISTRATI CORROTTI Lucia Annunziata incalza il procuratore con domande pressanti. Parla della corruzione in magistratura chiede cifre, percentuali. «Il problema corruzione nella magistratura c’è, possiamo parlare del 6-7%. E’ grave inimmaginabile, terribile. Noi guadagniamo bene. Io prendo 7200 euro e si vive bene e non c’è lo stato di necessità, non è un padre che ruba per fare mangiare i figli. È un fatto di ingordigia. Il potere è avere incarichi o chiedere incarichi per amici degli amici». Ha detto infine Gratteri rispondendo ad una domanda di Annunciata. «I magistrati – ha detto Gratteri – non vengono da Marte, sono il prodotto di questa società. L’abbassamento della morale e dell’etica c’è in tutte le categorie ma posso dire che sostanzialmente la struttura della magistratura è sana. Certo, un magistrato corrotto fa rumore, è molto grave. La gente si allontana da noi, perdiamo tanta credibilità».
«Se in passato avete celebrato degli eroi ed eroi non erano – ha detto ancora – la colpa è anche dei giornalisti, dei presentatori di certe trasmissioni televisive che hanno creato dei personaggi senza che in realtà nella vita avessero mai fatto nulla, quindi la responsabilità è un po’ più ampia. Quando parliamo di avere sottovalutato le mafie, di avere continuato a recitare che gli ‘ndranghetisti erano dei pastori o al massimo responsabili di sequestri di persona, la colpa è dei magistrati, delle forze dell’ordine, dei giornalisti, degli storici, dei professori universitari che non abbiamo saputo o voluto capire la vastità del fenomeno. Perché emergono oggi queste cose? Prima c’era qualche collaboratore di giustizia che ne parlava, ma una cosa è il collaboratore ed un’altra è l’intercettazione ambientale dove c’è la voce degli attori protagonisti che parlano in modo chiaro e poi si configurano, ad esempio, reati di corruzione o concussione e quindi la prova è dirompente. Non parliamo più di indizi ma di prove».
LA SCARCERAZIONE DEI PRESTANOME «Le persone arrestate nell’inchiesta Rinascita Scott e poi scarcerate sono 69. Sono state arrestate, ad esempio, per intestazione fittizia di beni, cioè sono dei prestanome. Nel momento in cui ho il bene sequestrato, quella persona viene interrogata e risponde alle domande dove è più l’esigenza cautelare? Quindi viene scarcerato ma questo non vuol dire che il soggetto non ha commesso il reato. Vuol dire che non c’è più il pericolo di fuga, di inquinamento probatorio e le dichiarazioni sono cristallizzate. Poi se uno è in malafede può dire che l’indagine è fallita perché sono state scarcerate queste persone». Così Gratteri ha poi risposto alla conduttrice di “Mezz’ora in +” commentando le critiche mosse da alcuni all’inchiesta da lui coordinata per il numero di scarcerazioni che hanno fatto seguito agli arresti.