I comuni calabresi aiutano i migranti da anni: disperati che sorreggono altri disperati. E intanto l’Ue resta a guardare. Invece di criticare, auguriamoci che il Cdm di Cutro sia solo l’inizio
Oggi il Consiglio dei Ministri si sta svolgendo a Cutro. Dopo la tragedia che ha visto decine di migranti morire nelle acque al largo della Calabria, il premier ha deciso di riunire il Cdm proprio nel comune del crotonese. Ma era davvero necessario? Probabilmente sì, e lo era per diversi motivi.
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Innanzitutto per provare a mettere a tacere coloro che sono davvero convinti che un governo possa decidere di lasciare morire in mare dei naufraghi. Decisione, quest’ultima, che presupporrebbe anche la complicità di Guardia Costiera e altre forze di polizia, oltre che dei soccorsi. Lo chiameremmo complottismo, se non fosse che dalla pandemia in poi questo termine ha assunto per molti un’accezione positiva, visto che i cittadini tacciati di complottismo ora si stanno dimostrando solo lungimiranti. Ma chi dice che la Guardia Costiera, spontaneamente, avrebbe lasciato morire decine di persone in mare per ordine di Giorgia Meloni è definibile con una sola locuzione: folle visionario con manie di persecuzione. Purtroppo, in quelle condizioni di navigazione, i drammi accadono. E basti pensare a quanto al governo c’era Matteo Renzi e, al largo della Sicilia, si consumò un’altra simile tragedia.
Ma il motivo per cui questo Cdm a Cutro è stata la scelta più giusta sta soprattutto nel fatto che la Calabria, in particolare lungo quelle zone che sono diventate ormai le ‘coste della speranza’, aveva estrema necessità di un forte segnale di presenza dello Stato. D’altronde, la strage di Cutro non è purtroppo né la prima né l’ultima. E il governatore Occhiuto, oggi, lo ha sottolineato: “la Calabria si è dimostrata solidale in questi giorni, ma lo ha fatto anche negli anni passati. Lo scorso anno abbiamo accolto 18mila migranti, facendolo senza mai far polemica. Lo hanno fatto i sindaci della Calabria, ne ricordo uno in particolare, quello di Roccella Jonica, che si è molto impegnato, anche lui utilizzando strutture comunali”. Già, perché i comuni, da soli e in sordina, si prendono carico da anni di situazioni simili. Il fatto che non tutte, per fortuna, finiscano in tragedia è solo un caso fortuito.
Ma la Calabria, si sa, non ha risorse illimitate. Anzi. Ci troviamo quasi in presenza di disperati che aiutano altri disperati. Già, perché non dimentichiamo che stiamo parlando di una delle regioni più povere ed economicamente meno avanzate del Paese e dell’Europa stessa. Cutro, oggi, è un paese blindato, attenzionato, con i riflettori puntati addosso. E domani? Domani è un copione già visto: arriveranno altri migranti, che verosimilmente sono già in viaggio. E loro probabilmente andrà meglio che a coloro rimasti vittime del naufragio. Entreranno nel paese senza problemi, per poi andare là dove sono davvero diretti: Germania e Paesi del Nord. Ma è davvero così che dovrebbe andare? Ovvio che no. Questa Europa che resta a guardare è senza dubbio il peggior esempio di come l’Ue dovrebbe essere gestita.
Basta fare un giro nei centri di accoglienza per capirlo, anzi basta seguire l’iter che un migrante compie una volta uscito da lì: la rete di controlli è praticamente inesistente. Ci sarebbe necessità di maggiore presenza di Forze dell’Ordine e Forze Armate che possano assolvere al compito di monitorare questo iter, ma più uomini significa più risorse, e più risorse significa impegno costante da parte del Governo e della stessa Ue. E a quanto pare l’Europa fa orecchie da mercante. Eppure la maggior parte dei migranti che arriva sulle nostre cose non lo fa di certo per restare in Italia. Il nostro Paese è solo il passaggio più semplice per arrivare alle destinazioni definitive, dove diversamente non si potrebbe entrare.
E allora ecco che, in barba alle critiche, il Consiglio dei Ministri a Cutro non sarà una soluzione definitiva ma è sicuramente un gran segnale. Con la speranza che sia l’inizio di una capillare presa di conoscenza da parte dei governi, italiano e non solo.
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