Sab. Ott 12th, 2024

Costa a Civita: «Siamo stanchi di piangere morti». E annuncia l’apertura di un’inchiesta amministrativa accanto a quella della Procura di Castrovillari. «Dobbiamo scoprire se il Comune aveva un piano di Protezione civile e se vi sono state omissioni»

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Due fascicoli, quello penale affidato alla procura di Castrovillari e quello amministrativo affidato alla Prefettura di Cosenza. Il ministro dell’ambiente Sergio Costa arriva a Civita dopo aver sorvolato le gole del Raganello dove 10 persone hanno perso la vita e altre risultano disperse. «L’Italia è stanca di piangere vittime innocenti, persone che perdono la vita per negligenza o imperizia, il fascicolo amministrativo predisposto dal prefetto Galeone ha l’obiettivo di capire se da un punto di vista burocratico tutto era regolare». E potrebbe arrivare sulla scrivania del ministro dell’Interno – e dunque del governo – «nel giro di pochi giorni». Scavare nei documenti servirà a capire se il comune di Civita si sia dotato di un piano di Protezione civile «e se questo piano sia stato aggiornato». E anche se le tabellazioni torrentizia siano state realizzate in maniera corretta così come le predisposizioni per escursioni. Tutto questo, unito alle indagini della Procura guidata da Eugenio Facciolla, servirà a dare una verità perlomeno razionale, ad una tragedia a cui familiari e amici delle vittime difficilmente si rassegneranno.

 

(Parla il sindaco di Civita: «Il pensiero va alle vittime, territorio distrutto»)

IL COMITATO L’ex generale dell’arma dei Carabieri Forestali, oggi ministro, nella piccola sala municipale del comune di Civita ha presieduto alla riunione con i vertici regionali e con i sindaci del comprensorio del Pollino. «Dieci persone morte, 11 ferite – continua il ministro- ci sono intere famiglie che sono state travolte dall’acqua. Visitando l’ospedale di Castrovillari ho incontrato bambini rimasti orfani, una donna che ha perso il marito trascinandone il cadavere fuori dal fango, portare nell’immediatezza la vicinanza del governo è stato un gesto dovuto».

TRASPARENZA PIÙ CHE VERITÀ Il ministro, seduto al fianco del prefetto Galeone, ritorna sui suoi trascorsi nell’arma. «Conosco il prefetto da tanto tempo, da quando ero in servizio. Il nostro obiettivo adesso è sapere con certezza che tutto quanto fosse predisposto e aggiornato. Sciatteria e negligenza, lo ribadisco, non possono più causare morte, sono i fatti concreti su cui lavora il nostro governo».