Esplodono i casi di titoli esteri non riconosciuti: 20mila candidati fuori dalle graduatorie a Roma. Indagini in corso per smascherare il business dei diplomi falsi.
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Dopo le indagini in Puglia e Calabria, il fenomeno dei falsi diplomi ha raggiunto il Lazio, con la Procura di Latina al centro di nuove inchieste. L’allarme è scattato a marzo 2024, con 38 decreti di esclusione dalle graduatorie per i docenti. Tuttavia, si sospetta che sia solo l’inizio di un problema ben più esteso, come indicato nell’ordinanza del gip Carmen Corvino. Anche la Procura di Latina ha aperto un’indagine, coordinata dalla Guardia di Finanza, sui falsi titoli di laurea esteri e i relativi decreti Miur contraffatti. Alcuni degli indagati coincidono con quelli dell’inchiesta pugliese “Zero titoli”, a dimostrazione di un fenomeno diffuso su scala nazionale.
A Roma, i numeri parlano chiaro: il 20% dei candidati alle supplenze – circa 20mila – ha presentato titoli non validi, ottenuti tramite enti non riconosciuti dal ministero. Un sistema sofisticato che sfugge ai controlli algoritmici previsti per le graduatorie scolastiche, ma che viene scoperto tramite verifiche manuali da parte degli Uffici scolastici regionali e dei dirigenti scolastici.
Tre sono i tipi di titoli maggiormente sotto accusa: i corsi Clil, che consentono di insegnare in lingua straniera ma sono spesso offerti da enti non autorizzati; gli anni di servizio accumulati prima della laurea; e soprattutto i titoli esteri, che richiedono un complesso iter di convalida. Proprio su quest’ultimo aspetto si concentrano le indagini, con la scoperta di università fantasma e accordi internazionali inesistenti, che hanno contaminato le graduatorie italiane negli ultimi anni.