Operazione “Folgore-Blizzard”: 17 arresti tra Calabria, Trentino e Lombardia. Tra affari illeciti, riti arcaici e arsenali nascosti, la ‘ndrangheta continua a dominare il tessuto economico e finanziario nazionale.
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La ‘ndrangheta non conosce confini. L’operazione “Folgore-Blizzard”, condotta dai militari del ROS con il supporto dei carabinieri del Comando provinciale di Crotone e dello Squadrone eliportato “Cacciatori”, ha portato all’arresto di 17 persone in diverse regioni italiane, tra cui Calabria, Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige.
«Si tratta di un’indagine cruciale che dimostra la diffusione capillare della ‘ndrangheta a livello nazionale e internazionale», ha dichiarato Salvatore Curcio, procuratore della DDA di Catanzaro, durante la conferenza stampa. Il clan Arena, storica consorteria mafiosa di Isola Capo Rizzuto, è sopravvissuto a due sanguinose guerre di ‘ndrangheta, mantenendo intatta la propria struttura e rinnovando alleanze con gruppi un tempo rivali.
Vincenzo Capomolla, prossimo procuratore di Cosenza, ha sottolineato il ruolo del locale di Isola Capo Rizzuto, fortemente radicato nel tessuto economico e imprenditoriale, con ramificazioni in tutto il Nord Italia. «Grazie alla Procura di Trento, abbiamo raccolto elementi determinanti su soggetti riconducibili a questa struttura criminale, come il gruppo dei Manfredi».
Il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, ha evidenziato l’importanza della collaborazione con la DDA di Catanzaro: «Abbiamo documentato il sofisticato sistema finanziario della ‘ndrangheta, che utilizza società fantasma e false partite IVA per riciclare proventi illeciti. Questo dimostra che l’organizzazione non si limita più alle attività tradizionali, ma opera in un contesto economico avanzato».
Le indagini hanno portato alla scoperta di un ingente traffico d’armi e di rituali di affiliazione che ricalcano quelli della storica riunione di Polsi. «Abbiamo rinvenuto un manoscritto del 1976 contenente i codici della ‘ndrangheta», ha dichiarato il colonnello D’Angelantonio del ROS. «Dietro un’apparenza arcaica, l’organizzazione si conferma capace di operare a livello imprenditoriale, anche all’estero, grazie a sofisticati meccanismi di frode».
Il sequestro di numerose armi, utilizzate per addestramenti e intimidazioni, dimostra come la provincia criminale di Crotone sia ancora operativa. «L’area di Isola Capo Rizzuto resta una pentola a pressione», ha commentato il comandante dei Carabinieri, Raffaele Giovinazzo, sottolineando il continuo coordinamento investigativo necessario per contrastare questa potente organizzazione criminale.