“Quello che si è fatto in vita riecheggia nella morte” affermava un famosissimo film e di verità in questa frase pare ce ne sia tanta, basti pensare all’ultimo episodio che ha coinvolto la cittadina di Platì.
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Il 4 Agosto è deceduto per cause naturali Paolo Sergi 68 anni, considerato l’esponente di spicco della Ndrangheta proprio in quella cittadina.
Da qui la decisione del Questore della Provincia di Reggio Calabria Raffaele Grassi di vietare i funerali in forma pubblica e solenne.
La motivazione è legata a garanzia di sicurezza e ordine pubblico considerando lo spessore criminale del defunto nonché i trascorsi giudiziari, e da quanto emerge dalla nota stampa inviata dalla Questura il divieto è stato emesso a conferma della linea già adottata in circostanze analoghe.
Per tal motivo i funerali sono stati effettuati di prima mattina ma in forma strettamente privata e alla presenza dei parenti più stretti.
Ma chi era Paolo Sergi? Arrestato nell’ambito dell’operazione “Igres” , così denominata prendendo spunto dal suo nome letto al contrario, e che portò all’arresto di ben 50 persone con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti fra la Colombia e l’Italia.
Si tratta di un’indagine storica che scopriva il famoso patto “Ndrangheta- Cosa Nostra nel traffico internazionale. Una staffetta mafiosa che aveva la finalità di importare nel territorio ingenti quantitativi di cocaina.
I controlli sulle telefonate fatte da Sergi furono disposti nell’ambito dell’inchiesta avviata dall’allora sostituto procuratore antimafia di Reggio Calabria, Alberto Cisterna, oggi alla Procura Nazionale Antimafia.
SARA FAZZARI