In seguito all’omicidio di Antonio Bellocco a Milano, il sindaco di Rosarno, Pasquale Cutrì, ha espresso profondo dispiacere per l’ennesima associazione del suo comune alla mafia. In un’intervista rilasciata a Klaus Davi, impegnato in un’inchiesta sull’omicidio, Cutrì ha sottolineato che la maggior parte dei cittadini di Rosarno sono persone oneste e che il paese non dovrebbe essere stigmatizzato a causa della presenza di famiglie criminali.
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«Nessuno nega i problemi e la presenza di famiglie ingombranti – ha dichiarato Cutrì – ma non è giusto continuare a legare Rosarno solo alla mafia. Esistono ben altri problemi, come la mancanza di servizi essenziali, tra cui un ospedale funzionante che sarebbe di grande aiuto per la comunità».
Il sindaco ha inoltre lanciato un appello ai giovani, affinché comprendano che la vita criminale porta solo alla latitanza, al carcere o, nel peggiore dei casi, alla morte. Ha ribadito l’impegno dell’amministrazione comunale per sensibilizzare le nuove generazioni, confermando che nessuna pressione o condizionamento da parte delle cosche è stato subito dalla sua giunta.
«Non temiamo Francesco Pesce detto “Testuni” – ha concluso Cutrì – e siamo uniti nel formare uno scudo contro il malaffare. Lo Stato ha ritenuto che ha scontato la sua pena, ma questo non cambia la nostra determinazione nel combattere ogni tentativo di ingerenza».