D: Sindaco Conia, stamattina sono state depositate in Cassazione oltre un milione di firme per il referendum sull’autonomia differenziata. Come commenta questo traguardo?
R: Con grande orgoglio posso dire che sono state depositate 1.291.488 firme. È un risultato straordinario che dimostra come ci sia una forte opposizione nel Paese contro la legge di attuazione dell’autonomia differenziata, quella che ormai molti conoscono come la “Spacca Italia”.
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D: Lei è stato tra i primi a intuire i rischi di questa riforma. Ci può raccontare il suo percorso?
R: Sì, ho capito fin dall’inizio la gravità di ciò che stava accadendo. Tanto che il mio Comune, Cinquefrondi, è stato il primo in Italia, nel dicembre 2018, ad adottare una delibera contro il federalismo fiscale. Inoltre, lo scorso 14 marzo, durante un’audizione in Commissione Affari costituzionali, ho manifestato le mie preoccupazioni. Questa legge potrebbe creare profonde spaccature, minando la solidarietà nazionale e rendendo permanenti le diseguaglianze sociali ed economiche tra le diverse regioni.
D: Quali sono i prossimi passi previsti dal Governo in merito all’autonomia differenziata?
R: Il ministro Calderoli ha deciso di accelerare il processo. Sta infatti lavorando sulle “Intese” con alcune regioni riguardo le materie non Lep, cioè i Livelli Essenziali di Prestazione. È un’azione molto rapida e determinata che potrebbe avere un impatto significativo sul Paese.
D: Ha menzionato anche un recente incontro della Commissione per la definizione dei Lep. Quali sono le possibili implicazioni?
R: Esatto, la Commissione guidata da Sabino Cassese si è riunita in un incontro decisivo. Si sta discutendo la possibilità di legare i servizi essenziali e gli stipendi al costo della vita, che varia tra Nord e Sud, e alle caratteristiche dei territori, come il clima e i fattori sociodemografici della popolazione residente. Questo potrebbe comportare profonde differenze nell’accesso ai servizi pubblici a seconda della regione di appartenenza.
D: Come intende muoversi per continuare questa battaglia?
R: Continueremo a vigilare e a essere delle sentinelle attive. La nostra opposizione sarà ferma e combattiva, sia sul piano politico che sociale. Saremo presenti nelle istituzioni e nelle piazze per difendere l’universalità dei diritti, la coesione e la solidarietà sociale.
D: Crede che ci sia ancora spazio per fermare questa riforma?
R: Assolutamente sì. La mobilitazione è forte e le firme raccolte sono una dimostrazione di quanto le persone abbiano a cuore questo tema. È una battaglia per il futuro del Paese, per garantire che la solidarietà nazionale rimanga al centro dell’azione politica.