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25 Apr 2025, Ven

La Camera Penale di Locri risponde all’intervento della PM Greco sulla separazione delle carriere

La Camera Penale “G. Simonetti” di Locri ha diffuso un comunicato ufficiale in merito all’intervento della dottoressa Sara Greco, sostituto procuratore della Repubblica a Reggio Calabria, pronunciato durante la giornata di astensione indetta dall’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) lo scorso 27 febbraio. L’intervento della magistrata, ripreso dal Fatto Quotidiano, ha suscitato la reazione dei penalisti locresi, che hanno voluto esprimere il proprio punto di vista sul tema della riforma della giustizia e, in particolare, sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.

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Nel loro comunicato, gli avvocati evidenziano innanzitutto la mancata partecipazione alla manifestazione di Reggio Calabria, sottolineando che né la Camera Penale di Locri né quella di Palmi sono state invitate. Tuttavia, pur non essendo presenti, i penalisti dichiarano di aver seguito con attenzione le dichiarazioni della PM Greco, soffermandosi in particolare sulle sue osservazioni riguardanti la separazione delle carriere e il ruolo dell’avvocatura nel dibattito giuridico.

Il primo punto contestato riguarda il concetto di “cultura della giurisdizione”, spesso invocato per giustificare l’attuale assetto della magistratura. Secondo i penalisti locresi, si tratta di un concetto vago e privo di una reale definizione, utilizzato più come uno slogan che come un argomento solido. A loro avviso, la giurisdizione consiste esclusivamente nel pronunciare decisioni secondo la legge, un compito riservato ai giudici. La cultura della legalità, invece, è un valore condiviso da magistrati e avvocati, e non può essere appannaggio esclusivo di una categoria.

Il comunicato prosegue affrontando un altro nodo della questione: il timore, espresso dalla PM Greco, che la riforma possa minare l’indipendenza della magistratura e assoggettarla al potere esecutivo. Gli avvocati rigettano questa ipotesi, sostenendo che la creazione di un Consiglio Superiore della Magistratura separato per i pubblici ministeri, come previsto dalla riforma, garantirebbe maggiore autonomia e non un maggiore controllo da parte della politica. Viene inoltre contestata l’idea che l’apertura di un fascicolo da parte di un procuratore possa di per sé configurare un attacco all’indipendenza della magistratura, come sostenuto dalla dottoressa Greco, evidenziando come i meccanismi di iscrizione e gestione dei procedimenti siano comunque influenzati da scelte discrezionali.

Ma il punto più critico riguarda la domanda posta dalla PM Greco nel suo intervento: “Dove e quando la connivenza tra giudice e pubblico ministero ha intaccato un giudizio?”. Una domanda che la Camera Penale di Locri considera fuorviante. Gli avvocati sottolineano che la riforma non nasce per contrastare specifici episodi di collusione, ma per garantire un assetto processuale più equo, in cui il giudice sia realmente terzo rispetto alle parti. Secondo i penalisti, il sistema accusatorio adottato in Italia richiede necessariamente la separazione delle carriere, poiché la vicinanza strutturale tra giudici e pubblici ministeri mina la percezione di imparzialità.

Infine, il comunicato esprime una netta critica nei confronti dello sciopero del 27 febbraio, ritenuto una forma di pressione sul potere legislativo piuttosto che una legittima protesta di natura sindacale. Secondo la Camera Penale di Locri, l’iniziativa dell’ANM riflette il tentativo della magistratura di influenzare le scelte del Parlamento, in contrasto con il principio di separazione dei poteri sancito dalla Costituzione. Viene inoltre ipotizzato che dietro la mobilitazione possa celarsi la volontà di ostacolare il meccanismo del sorteggio per la nomina dei membri del CSM, introdotto per limitare il peso delle correnti nella gestione della magistratura, come emerso dallo scandalo Palamara.

Il comunicato si conclude con un appello al dialogo tra avvocatura e magistratura, auspicando un confronto privo di pregiudizi ideologici e aperto alle esigenze di riforma della giustizia. Un dibattito che, secondo la Camera Penale di Locri, deve essere condotto senza preconcetti e senza resistenze aprioristiche, nell’interesse della giustizia e dei cittadini.