Ultim'Ora
6 Feb 2025, Gio

La dottrina economica di Trump a Davos: “Meno tasse per chi produce negli Usa, dazi e deregulation”

 Il ritiro dagli accordi sul clima di Parigi, l’uscita dall’Oms, il rientro di parte delle truppe americane che sono in Europa al servizio della Nato; stop ai fondi per gli aiuti ai paesi terzi. Donald Trump si è insediato da due giorni e ha già messo in chiaro la direzione che vuole imprimere al suo nuovo mandato sul piano delle relazioni internazionali: fine del multilateralismo e ‘America first’ in tutte le declinazioni possibili. Parlando al Forum di Davos, il nuovo Presidente degli Stati Uniti aggiunge particolari significativi sul piano della dottrina economica.  

Continua....


autolinee-federico-agos-24
JonicaClima
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Lo fa partendo da un invito diretto a riportare la manifattura negli Stati Uniti, sostenuto da incentivi fiscali: “Faremo il più grande taglio delle tasse della storia degli Stati Uniti. Il mio messaggio per ogni business del mondo è chiaro: venite qui a produrre, e noi vi daremo tra le tasse più basse del mondo”. Al contrario, per chi non sposterà la produzione in America ci saranno penalizzazioni: “Se non lo farete, dovrete pagare i dazi” 

Trump scommette sulle nuove frontiere della tecnologia, gli Stati Uniti diventeranno “la capitale mondiale dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute”, e ribadisce una chiara professione di fede nella deregulation: “via gli ostacoli burocratici, anche con decreti esecutivi se necessario, basta ai troppi controlli per chi vuole investire e produrre negli Stati Uniti”.  

L’altro tratto chiaro è quello che ripropone un evidente risentimento verso l’Unione europea che nasce da ragioni economiche. “L’Unione Europea tratta gli Stati Uniti molto male” e ho “grandi lamentele da fare” a Bruxelles, dice, parlando delle tasse e dell’Iva “molto consistenti” imposte sui prodotti agricoli e sulle auto. Netta, ancora una volta, la bocciatura senza appello del Green deal: “Lo chiamo il Green bluff. L’industria green è un imbroglio. Lasceremo che le persone comprino le auto che desiderano”.  

E le auto sono solo un aspetto, perché sono anche i passaggi sull’energia, che riabilitano le fonti fossili, dal petrolio al carbone, “costa poco e noi negli Stati Uniti ne abbiamo tantissimo” a sostenere una ‘restaurazione’ che serve a soddisfare l’enorme fabbisogno di energia che serve a far funzionare intelligenza artificiale e criptovalute. (Di Fabio Insenga)