Con la morte del Pontefice si apre in Vaticano un periodo di transizione profondamente solenne e carico di significato spirituale e istituzionale: è la cosiddetta “sede vacante”, una fase regolata da un’antica liturgia che accompagna la Chiesa Cattolica verso l’elezione di un nuovo Papa. La notizia del decesso del Pontefice rappresenta un evento epocale non solo per il mondo cattolico, ma per l’intero scenario internazionale, trattandosi della scomparsa di un Capo di Stato e della guida spirituale di oltre un miliardo di fedeli.
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Il primo ad assumere un ruolo chiave in questo delicato momento è il camerlengo, figura incaricata di gestire gli affari della Santa Sede durante la sede vacante. È lui che, in presenza di alcune figure ufficiali come il Decano del Collegio cardinalizio e il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, constata ufficialmente la morte del Pontefice. Un tempo questo gesto prevedeva un rituale suggestivo: il camerlengo chiamava per tre volte il Papa con il suo nome di battesimo e picchiettava la fronte del defunto con un piccolo martello d’argento. Oggi la procedura è stata semplificata: il camerlengo si limita a stendere un velo sul volto del Papa e a rimuovere l’anello del Pescatore, simbolo del potere pontificio, che viene distrutto insieme al sigillo papale per impedirne un uso futuro.
Subito dopo, le stanze del Papa vengono sigillate e la notizia viene comunicata al cardinale vicario di Roma, che ha il compito di annunciare ufficialmente il decesso. Le campane della Basilica di San Pietro suonano a martello, una delle immagini più forti del lutto papale.
La Chiesa entra così nei nove giorni di lutto ufficiale, i cosiddetti “Novendiali”, durante i quali vengono celebrate messe in suffragio dell’anima del defunto. In tre di questi giorni, la salma del Papa viene esposta ai fedeli, vestita con i paramenti pontifici. I funerali, solitamente celebrati sul sagrato della Basilica di San Pietro, precedono la tumulazione del corpo nelle Grotte Vaticane, luogo che ospita le spoglie di molti predecessori, compreso San Pietro.
Tuttavia, Papa Francesco ha introdotto nel 2024 importanti novità che modificano la tradizione secolare dei funerali papali. Secondo le sue volontà, il rito è stato semplificato: la constatazione della morte avverrà non più nella camera privata, ma nella cappella; il corpo non sarà adagiato su un catafalco, ma deposto direttamente in una bara aperta esposta ai fedeli. È stata inoltre eliminata la consuetudine delle tre bare di materiali diversi, in favore di una sepoltura più sobria. Infine, Francesco ha scelto di non essere tumulato nelle Grotte Vaticane, ma nella Basilica di Santa Maria Maggiore, come omaggio alla Madonna Salus Populi Romani, alla quale è sempre stato devoto.
Con queste scelte, Papa Francesco non solo ha lasciato un segno nella storia del papato vivente, ma anche nel modo in cui la Chiesa accompagna i suoi successori verso l’eternità, introducendo un’idea di semplicità e vicinanza ai fedeli anche nel momento della morte.