Tecnici denunciano abbandono e mancanza di interventi, con gravi rischi per la qualità dell’acqua
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Le prime due relazioni tecniche sul potabilizzatore dei Laghi di Sibari rivelano un quadro allarmante, confermando lo stato di abbandono dell’impianto. L’Ingegnere Maurizio Gimigliano, specializzato nel trattamento delle acque, ha documentato gravi carenze nella prima vasca esterna, definendola “completamente aperta” e vulnerabile all’inquinamento da parte di animali e persone. La vasca, sporca e con depositi di alghe, non ha ricevuto alcuna manutenzione, suggerendo una gestione negligente.
La relazione mette in evidenza come l’eccessivo uso di cloro, privo di adeguati controlli, produca sottoprodotti cancerogeni, mentre i filtri e i carboni attivi non funzionano, compromettendo la depurazione dell’acqua. Ulteriori segni di degrado, come perdite e ruggine nelle vasche in acciaio, riflettono la scarsa manutenzione.
Parallelamente, l’impresa Teodoro D’Ambrogio ha diffidato l’associazione Laghi di Sibari, precisando che le sue riparazioni non hanno incluso interventi sul funzionamento dell’impianto, evidenziando l’impossibilità di effettuare riparazioni necessarie. La situazione richiede interventi urgenti per garantire la sicurezza e la qualità dell’acqua potabile.