La Reggina, dopo la vittoria nel derby con il Messina, trova continuità ad Agrigento e torna dalla trasferta sicula con un punto che, alla vigilia, sarebbe stato auspicabile.
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All’Esseneto, invece, gli amaranto con un po’ più di attenzione nel primo tempo ed un pizzico di maggiore cinismo nella ripresa avrebbero potuto fare bottino pieno.
Ma, alla terza giornata di campionato, non è tempo per farsi condizionare dai rimpianti, ma per acquisire la consapevolezza che, soprattutto contro le squadre che devono guadagnarsi la permanenza in Lega Pro, questa Reggina se la gioca e lo fa alla grande.
E’ una squadra che ha molto da migliorare, ha qualche limite, ma ha sicuramente un’anima. Un’anima fatta della filosofia di un tecnico che si sta sforzando di dare un impronta al gruppo, ma anche di calciatori come Kosnic che in campo giocano con lo stesso attaccamento di chi l’amaranto lo veste da sempre.
Finisce con i calciatori che cantano sotto il settore ospiti. Reggio e la Reggina adesso sembrano davvero una cosa sola.
LA PARTITA – La sfida di Agrigento pone di fronte due squadre che si pongono l’obiettivo di mantenere la categoria e, già nel primo tempo, entrambe mettono in rilievo diversi problemi.
La Reggina in campo è lontana dall’avere la solidità mostrata contro il Messina e, soprattutto in difesa, paga le sue distrazioni.
Dopo 15′ i siciliani trovano il vantaggio: Daniele Marino svetta sugli sviluppi di un corner, all’altezza del secondo palo, e insacca la sfera. Da rivedere nella circostanza il posizionamento di tutta la difesa, mancato intervento del portiere compreso.
I siciliani, in molti elementi, non dimostrano di avere grandi qualità tecniche e soprattutto in fase di palleggio non appaiono irresistibli. Il grande vantaggio, rispetto agli avversari, è quello di poter disporre di calciatori che, in talune circostanze, danno l’impressione di avere maggiore convinzione e di viaggiare a velocità doppia rispetto agli uomini di Zeman.
Nel settore nevralgico c’è un indomito Salandria che dimostra di non pagare l’emozione nell’affrontare la squadra che ama di più.
Le giocate degli ospiti sono spesso lente, leggibili e le buone idee cozzano con la scarsa velocità d’esecuzione.
L’Akragas pecca particolarmente in fase di disimpegno ed un break del duo Porcino-Coralli, porta l’attaccante a farsi atterrare in area dal portiere Pane. Dal dischetto il centravanti non sbaglia: è 1-1 al 34′.
Il pari dura solo sette minuti perchè il difensore Marino segna la sua doppietta al 40′. In sospetto fuorigioco raccoglie un tiro-cross da destra e supera ancora Sala.
Nel finale della prima frazione l’estremo difensore amaranto è prodigioso nel respingere d’istinto un quasi autogol di Sala da pochi metri dalla linea di porta.
Nella Reggina qualcosa non va soprattutto a centrocampo. Zeman inserisce Knudsen e la scossa è immediata: un diagonale di De Francesco fa la barba al palo.
Pochi minuti dopo l’ex centrocampista della Lazio lancia verso la porta Oggiano, Marino (sempre lui) lo atterra e viene espulso per fallo da ultimo uomo.
Quasi un tempo intero da giocare in superiorità numerica è un vantaggio che, per la Reggina, ben presto si trasforma in un’arma a doppio taglio.
Gli amaranto diventano padroni del campo, nascondono la palla agli avversari ma non trovano varchi, perchè l’Akragas si schiera a protezione della propria area di rigore senza lasciare spazi.
Non si conta neanche un vero tiro in porta della Reggina, ma tante situazioni pericolose e forse un paio di rigori che mancano.
Ma la squadra di Zeman è sul pezzo e , sul finire della partita, ci arriva bene anche fisicaamente. Al minuto ’87’ De Francesco, da rapace d’aria di rigore, raccoglie un pallone vagante in area di rigore, sbucato da un corner, e fa 2-2.
La Reggina sembra aver la forza per andare a caccia dei tre punti, ma il tempo è troppo poco per provarci.
AKRAGAS – REGGINA 2-2
Marcatori: 15’ Marino, 34’ Coralli (rig.), 41’ Marino, 87’ De Francesco,
SS AKRAGAS: Pane, Scrugli, Zanini, Pezzella, Marino, Carillo, Carrotta, Salandria, Gomez (80’ Garcia), Longo (64’ Salvemini), Cocuzza (Riggio) All. Di Napoli
REGGINA: Sala, Gianola, De Francesco, Coralli, Oggiano, Botta, Kosnic, Porcino, Cane (71’ Maesano), Bangu (46’ Knudsen), Possenti (77’ Tommasone) All. Zeman
Arbitro: Chindemi di Viterbo – Assistenti: Rossi di Novara e Biava di Vercelli
Ammoniti: Sala, Botta, Possenti, Zanini, Salandria.
Espulso: Marino
Recupero: 2’pt, 5’st
Zeman bacchetta i suoi per il primo tempo: “Accendiamo il cervello”
“Se siamo al 100% delle motivazioni e della corsa, arrivando persino a dominare le partite. Se questo non avviene paghiamo le disattenzioni e andiamo in svantaggio”.
Karel Zeman bacchetta così i suoi per un primo tempo che poteva costare caro ad una Reggina che, nella ripresa, è riuscita ad ottenere il 2-2 contro l’Akragas.
“Il dominio totale – prosegue Zeman ai microfoni di Radio Touring – del secondo tempo avrebbe dovuto portarci ad evitare i cross e a puntare sulle combinazioni rapide. Ora iniziamo a stare bene sotto il profilo atletico, quindi dobbiamo pensare a non spegnere mai il cervello”.
All’orizzonte la sfida col Catania: “Affrontiamo un avversario più quotato di noi, che ha riposato dieci giorni e probabilmente senza tanti tifosi che non potranno venire per motivi di lavoro. Giochiamo soprattutto per loro e se vinciamo è meglio”.
(fonte Strill.it)