Sarà consegnato l’11 novembre a Sasso di Castalda
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Il consigliere regionale della Calabria Ferdinando Laghi e il giornalista Pablo Trincia sono i premiati della 15/a edizione del Riconoscimento nazionale, promosso da Libera, dedicato alla memoria e all’impegno di Mimmo Beneventano, medico e politico, ucciso dalla camorra ad Ottaviano (Napoli) il 7 novembre del 1980. La cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 11 novembre, alle ore 17, nel teatro ”Mariele Ventre” di Sasso di Castalda. Alle ore 16, presso il cimitero del paese in provincia di Potenza, “il sindaco Rocchino Nardo depositerà una corona sulla tomba di Mimmo”.
“Il riconoscimento – è scritto nel comunicato diffuso da Libera Basilicata – è dedicato ad amministratori e giornalisti che si sono distinti nel contrasto all’illegalità e nella promozione di una società più giusta per tutti; è promosso da Libera Basilicata, in collaborazione con la Fondazione Mimmo Beneventano e con il patrocinio del Comune di Sasso di Castalda e, quest’anno, con la partecipazione dell’associazione Articolo 21”.
Laghi, “medico, è stato eletto in Calabria nella lista ‘De Magistris presidente’. E’ da sempre impegnato in numerose battaglie per la tutela della salute e dell’ambiente in Calabria, in Basilicata e in tutta Italia. Nel 2019 è stato eletto a Vienna Presidente dell’International Society of Doctors for the Environment -Associazione Internazionale Medici per l’Ambiente – (Isde), con sede a Ginevra, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dalle Nazioni Unite (Onu). È anche vicepresidente nazionale di Isde-Italia”.
Trincia “è giornalista, scrittore, podcaster. Dal naufragio della Concordia al ”Veleno” di Bibbiano, fino al podcast ‘Dove nessuno guarda’, dedicato alla vicenda di Elisa Claps: Trincia offre con la meticolosità che contraddistingue i grandi giornalisti d’inchiesta, spunti di riflessione e prospettive sempre differenti anche di storie che apparentemente sono state già raccontate nella loro complessità. Una professionalità che, alla puntualità del lavoro svolto unisce anche l’empatia nei confronti delle vite che ogni storia porta con sé”.