Ven. Ott 4th, 2024

Il sindaco Calabrese: «All’Asp regna l’indolenza»

Ieri il dirigente medico Rocco Arcà, responsabile della struttura di Gastroenterologia endoscopica digestiva dell’ospedale di Locri si è visto costretto a chiedere «la sospensione di tutta l’attività endoscopica del reparto, sia in urgenza che di routine». Da quanto è emerso la richiesta sarebbe stata motivata da fatto che il reparto ha dovuto “restituire” alla Pneumologia il carrello della broncoscopia che in precedenza aveva prestato: per questo motivo, ha certificato il dott. Arcà, «la strumentazione rimasta non consente di eseguire esami endoscopici». Come si ricorderà già il primo dicembre il dottor Arcà, con una nota indirizzata alla direzione sanitaria ospedaliera aveva chiesto la sospensione dell’attività endoscopica per mancanza di strumentazioni. Adesso dopo la restituzione del “carrello della broncoscopia”, il responsabile si è visto costretto a chiedere la sospensione di «tutta l’attività endoscopica».

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«E questo – commenta il segretario territoriale dell’Uil-Fpl, Nicola Simone – nonostante il vertice aziendale all’inizio di dicembre fosse stato informato della necessità di dotare urgentemente il reparto di idonea strumentazione». «Dove sono i sindaci della Locride? – aggiunge Simone – In questi anni sono rimasti in silenzio quando è stata chiusa l’Ortopedia, quando hanno ridimensionato la Medicina, la Chirurgia, la Pediatria. Identico silenzio quando non sono stati aperti gli 8 posti letto di Oncologia ed i 20 di Terapia riabilitativa e quando Anatomia Patologica di Locri è stata spostata a Melito Porto Salvo. E anche adesso tacciono».

Non tace il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese: «Mentre da una parte – evidenzia – ci vengono date assicurazioni circa la risoluzione dei problemi, per inspiegabili motivi ciò non avviene. La vicenda della Gastroenterologia oggi chiusa per mancanza di attrezzature, è il risultato di una mancanza di visione strategica da parte della Commissione straordinaria dell’Asp di Reggio Calabria».

Calabrese nel ribadire non volere proclami, ma risultati, si duole per «dover verificare ancora una volta che per l’indolenza di alcuni le conseguenze cadono sulla collettività». E chiede formalmente al prefetto Meloni, che coordina la triade commissariale, chiarimenti sulla vicenda ed intanto si augura che «questo ennesimo episodio sia dovuto alla moltitudine di impegni che oggi stanno occupando la dirigenza dell’Azienda ma che in ogni caso, nell’arco di poche ore, il dottor Arcà dovrà essere messo in condizione di poter lavorare. È paradossale – conclude – quanto sta accadendo all’ospedale di Locri. Prima c’era il gastroscopio ma non c’era il medico ora c’è il medico e non c’è l’apparecchio. Certamente qualcosa non torna».

fonte gazzetta del sud

SERVIZIO DI NICODEMO BARILLARO