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16 Mar 2025, Dom

Locride tra mistero e violenza: la scomparsa di Antonio Strangio e l’omicidio di Giancarlo Polifroni

Due episodi inquietanti scuotono la Locride: il giallo della sparizione di Strangio e il brutale agguato a Polifroni. Le indagini proseguono tra poche certezze e molte domande.

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La tranquillità della Locride è stata spezzata da due episodi che hanno riportato la comunità agli anni più bui della sua storia. Prima, la scomparsa in circostanze misteriose di Antonio Strangio, allevatore 42enne di San Luca, di cui non si hanno notizie dallo scorso novembre. Poi, il 9 gennaio, l’omicidio di Giancarlo Polifroni, avvenuto a Bovalino. Due eventi apparentemente scollegati, ma accomunati da un clima di tensione crescente che getta un’ombra pesante su questo territorio.

L’omicidio di Giancarlo Polifroni: un agguato premeditato

Giancarlo Polifroni, 50 anni, pregiudicato con legami al narcotraffico, è stato ucciso a colpi di pistola nel tardo pomeriggio del 9 gennaio. Polifroni, già condannato per reati legati alla droga e per l’omicidio di Totò Speranza nel 1997, si trovava agli arresti domiciliari a Bovalino, in via Dromo I. Il killer, forse con l’aiuto di complici, lo avrebbe attirato fuori dalla sua abitazione in quella che potrebbe essere stata una trappola legata a vecchi rancori o regolamenti di conti.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Locri, si concentrano sugli ambienti criminali connessi al narcotraffico, dove Polifroni aveva un ruolo di rilievo. Il suo nome era già emerso nelle inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, come “Stupor Mundi” e “Imelda”. Il passato della vittima lascia aperti diversi scenari, ma al momento poche certezze emergono dagli accertamenti.

Il giallo della scomparsa di Antonio Strangio

Il mistero attorno alla scomparsa di Antonio Strangio, allevatore di San Luca, alimenta altrettante inquietudini. Il 42enne è svanito il 18 novembre, giorno in cui la sua vettura è stata ritrovata abbandonata nei pressi della fiumara Bonamico, tra Bianco e Bovalino. Accanto al mezzo, i resti carbonizzati inizialmente attribuiti a un animale sono stati successivamente identificati come umani, portando gli investigatori a sospettare un terribile epilogo.

Le indagini, condotte con il massimo riserbo, includono accertamenti tecnici e un confronto del DNA dei resti con quello dei familiari di Strangio. L’uomo, padre di quattro figli e senza precedenti penali, è figlio di Giuseppe Strangio, già condannato per omicidio e sequestri di persona negli anni ’70. Non si esclude che la sua scomparsa possa essere legata a dinamiche di stampo mafioso.

Un clima di tensione crescente

La Locride, scossa da questi eventi, vive un clima di paura e inquietudine. Se da un lato le indagini sull’omicidio di Polifroni avanzano lentamente, dall’altro il caso Strangio resta avvolto nel mistero, con nessuna pista esclusa. Quel che rimane è una comunità che si interroga sul futuro e sul senso di insicurezza che cresce ogni giorno di più.

Le forze dell’ordine continuano a lavorare per fare luce su due vicende che, sebbene distinte, contribuiscono a far riaffiorare le ombre di un passato che sembrava lontano, ma che nella Locride sembra pronto a riemergere con prepotenza.