Il calcio “senior” sidernese: un’analisi personale e meta-fattuale della situazione

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L’eccellenza delle scuole calcio e la dispersione del talento locale

Siderno può vantare scuole calcio di assoluto livello come Union Siderno, Juventina Siderno e altre realtà che stanno emergendo o sono nate da poco. Il movimento giovanile ha dimostrato nel tempo di saper formare calciatori di valore, merito di allenatori capaci, tra cui possiamo citare Giuseppe Correale (classe 1997), che rappresenta un esempio di giovane tecnico talentuoso. Tuttavia, nonostante l’ottima base, il calcio senior sidernese non riesce a trattenere i suoi migliori elementi.

Il problema principale è l’incapacità di creare una rete solida tra settore giovanile e squadre di categoria superiore, impedendo la crescita di un vero progetto di continuità. I giovani più promettenti, privi di prospettive locali, si trasferiscono altrove o abbandonano il calcio competitivo. A questo si aggiunge la situazione di uno stadio in condizioni critiche e la presenza di due squadre in Prima Categoria, il che frammenta ulteriormente il tifo e la passione, portando inevitabilmente alla disaffezione generale.

La sottovalutazione delle proprie risorse e la mancanza di progettualità

Un altro problema strutturale è la cronica sfiducia nelle proprie capacità imprenditoriali, sociali e organizzative. Siderno dispone di persone competenti che potrebbero contribuire alla rinascita del calcio cittadino, ma manca la volontà di coinvolgerle in un progetto comune. Questo atteggiamento di chiusura ha generato una spirale negativa in cui le iniziative a lungo termine faticano a decollare e la programmazione è spesso sacrificata sull’altare dell’improvvisazione.

L’assenza di un vero piano strategico ha portato a un progressivo distacco tra il pubblico e le squadre, con la conseguente difficoltà di attrarre investitori e sponsor locali. La comunità, pur appassionata, non riesce più a identificarsi con un progetto che non sembra avere basi solide e una visione chiara per il futuro.

Due squadre, una città divisa e una tifoseria dispersa

La presenza di due squadre in Prima Categoria ha avuto un impatto significativo sull’ambiente calcistico sidernese. Un tempo, il tifo per il Siderno era così forte da riportare a casa, anche solo per una partita, tifosi emigrati fino a Milano. Oggi, la frammentazione della passione e l’incapacità di ricucire i rapporti tra le due realtà ha portato a una progressiva dispersione del tifo.

Pur riconoscendo il valore e l’impegno di entrambe le società, l’unica vera soluzione per ridare slancio al calcio locale sarebbe l’unione in un’unica realtà, gestita con equità e competenza. Il simbolo storico rimarrà sempre il “Siderno 1911”, ed è necessario fare qualcosa di concreto per riportarlo in alto INSIEME, senza lasciarsi frenare dalle divergenze passate. Il “Siderno 1911”, con la sua dirigenza: passione, amore e voglia di andare oltre gli ostacoli per puro “masochismo” solidale. L’ASD Città di Siderno 1980 ha dimostrato serietà e competenza, e proprio da qui si potrebbe ripartire per un progetto condiviso.

Il nodo dello stadio “Raciti” e la crisi amministrativa

Il “Raciti” è un altro punto critico della questione. Gli scontri e le polemiche sul suo stato attuale sono comprensibili, ma spesso si dimentica che Siderno ha attraversato anni difficili dal punto di vista amministrativo, economico e legale.

Se oggi critichiamo l’attuale amministrazione e quella di vent’anni fa, allora dobbiamo essere onesti e riconoscere anche le colpe dei commissari prefettizi che hanno gestito la città per diversi periodi. La loro presenza, anziché rappresentare un’opportunità di rilancio, ha lasciato Siderno in una condizione di stallo, privandola di fondi e prospettive. Questo ha impedito la manutenzione adeguata dello stadio e di altre strutture e infrastrutture fondamentali, che oggi versano in condizioni critiche.

Mancanza di impianti sportivi alternativi

Un altro problema evidente è la totale assenza di impianti secondari che possano supportare le esigenze delle squadre locali. Negli ultimi trent’anni ci sarebbe stata la possibilità di realizzare almeno uno o due campi sintetici per gli allenamenti e le partite delle giovanili, preservando così il “Raciti” per gli eventi più importanti. Questo avrebbe garantito ai ragazzi la possibilità di sognare di giocare nel tempio del calcio sidernese, invece di trovarsi costretti a cercare altrove strutture adeguate.

Il campanilismo e la chiusura verso l’esterno

Infine, un altro ostacolo è il continuo campanilismo che impedisce di aprirsi a nuove prospettive e di apprendere dalle esperienze positive di altre città. Siderno, per anni, ha espresso dirigenti, giornalisti sportivi, addetti stampa e presidenti di valore, eppure oggi sembra volerli allontanare piuttosto che coinvolgerli in un percorso di crescita.

Personalmente, cerco di dare voce a entrambe le squadre attraverso la trasmissione “Tutti in Campo” e di creare spazi di confronto grazie anche al supporto di Telemia, che da sempre offre una piattaforma per il dialogo e il dibattito. Siderno è il cuore della fascia locridea, insieme a Locri, merita di tornare al centro del panorama sociale e calcistico regionale.

Diamo nuovamente lustro a questa maglia e a questo stadio. Si scrivano nuove pagine di storia e si ripristini quel derby che manca da troppo tempo e che persino a Locri (dove opero come addetto stampa dell’A.C. Locri 1909) vorrebbero rivedere. Il futuro del calcio sidernese dipende da noi, dalla nostra volontà di unirci e costruire qualcosa di grande INSIEME.

Il logo e l’immagine per l’articolo è stato generato da me personalmente, con l’IA, perchè volevo richiamare spunti positivi, attaccamento ed elementi che ricordassero qualcosa di familiare ai sidernesi.