Le indagini su quanto accaduto negli anni scorsi nel reparto di ginecologia e ostetricia degli Opsedali Riuniti sono state condotte dalla Guardia di Finanza, durante le indagini è venuto a galla un orrore senza fine nel sistema di gestione dei parti. Sulla vicenda ha chiesto chiarezza anche il Ministro della salute Lorenzin, ma la verità tarda ad arrivare, mentre tutto rimane delegato alla magistratura.
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Aborti forzati, operazioni non riuscite e neonati morti, a tutto questo si aggiungono intercettazioni telefoniche shock, risate fuori luogo e orrore ad ogni frase pronunciata dai medici.
Dopo mesi di silenzio sull’operato dell’organismo di verifica che doveva esaminare la gestione del rischio ci sono già alcune conclusioni, purtroppo non buone, infatti sono stati riscontrati una serie di buchi nel sistema informatico degli Ospedali che impediscono di ricostruire gli avvenimenti con esattezza. La carenza di informazioni rende difficile il ruolo di controllo dei commissari nominati dal Dipartimento della Salute regionale, guidato da Fatarella.
La missione della Regione era quella di capire se la direzione generale dell’Azienda Ospedaliera aveva, nel corso del tempo, effettuato attenti monitoraggi delle dinamiche dei reparti, finalizzati ad analizzare le cause dei probabili rischi e la gestione delle procedure per risolvere i problemi. Ma si parla di eventi molto datati e relativi all’anno 2010, e quindi tutto è molto più complicato. Per coprire le responsabilità derivanti dagli errori medici commessi, il personale sanitario procedeva, con varie modalità e sempre d’intesa, a “manipolare” e a falsificare la relativa cartella clinica.
Il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Alessandro Barbera, non si è trattenuto dal dichiarare che “in 25 anni di servizio non mi era mai capitato di essere così provato emotivamente per un’ attività di polizia svolta”. E anche il Procuratore della Repubblica Federico Cafiero De Raho, il Sostituto Gaetano Paci, il colonnello delle Fiamme Gialle Luca Cioffi non nascondono certamente il loro ribrezzo di fronte a tali emergenze investigative.
Carlotta Tomaselli