Lun. Ott 7th, 2024
8 agosto 1956 ore 8.10, una data  che ha segnato l’emigrazione italiana in Belgio. Sessant’anni fa al Bois du Cazier, la vecchia miniera del distretto di Charleroi in Belgio, scoppiava un incendio a 975 metri sottoterra. 262 le vittime della catastrofe, 136 erano italiani tra questi 4 calabresi: Antonio Danisi 34 anni, Pasquale Papa 31 anni, Pietro Pologruto e Vincenzo Sicari di anni 29.
Il processo sulla tragedia si apre nel 1959, Antonio Iannetta è il testimone chiave il quale per un malinteso, conseguenza delle poca padronanza della lingua francese, avrebbe provocato l’incendio. Per i giudici di Charleroi è un “errore involontario” e la sentenza di primo grado assolve tutti. Prima dell’incidente e precisamente nel 1946 il governo italiano firma un accordo con Bruxelles che prevedeva uno scambio: per ogni 1000 minatori mandati in Belgio 2500 tonnellate di carbone.
Ai tempi della tragedia, le condizioni di vita dei minatori emigrati erano pessime. Spesso chiamati  “musi neri” o “sporchi maccaroni” venivano dati loro alloggi miseri come baracche utilizzate prima come lager dai nazisti.Fortunatamente oggi la situazione è notevolmente cambiata. I 200 mila italiani, infatti, negli ultimi anni hanno trovato a Bruxelles una realtà riccca di tutele a loro favore, in particolar modo nel mondo del lavoro. Vantiamo un integrazione anche nel campo politico e culturale. I lavoratori italiani, vittime della tragedia della miniera del Bois du Cazier a Marcinelle vicino a Charleroi , verranno ricordadati stasera alle ore 18,30 a Mammola presso il plesso scolastico “MAGENTA”, in occasione della “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” con proiezione reportage con filmati d’epoca a cura del giornalista Rai Mimmo Logozzo. L’evento sarà presentato dal dirigente scolastico Giovanni Pittari.
MANUELA MAMMONE

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