Bene o male, poi le elezioni regionali in Emilia-Romagna ed
in Calabria si dovranno tenere alla scadenza oramai abbastanza vicina.
Se quel che rimane della Sinistra nella sua nuova veste di tirapiedi dei
Cinquestelle perderà le regionali in Emilia, l’ultima traccia di una tradizione
del “popolo rosso” se ne andrà.
Dicono che non è improbabile.
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Pare invece che in Calabria, dove pure si voterà per le
regionali, Salvini, la Lega, il Centrodestra, non ce la faranno e non vorranno
farcela a battere non gli avversari formali, i Cinquestelle separati dal P.D.,
e questo da quelli ma il Partito dei Magistrati, che in Calabria ha avuto le sue
lontane origini e che oggi pare sia riuscito a mettere in atto una sorta di
“pulizia etnica”, facendo fuori pazientemente ma anche talvolta impazientemente
personaggi scomodi magari i favoriti dall’elettorato, candidati “avversi”.
Avversi a chi? Agli Amici degli Amici. Una volta era la mafia che per loro
conto metteva fuori uso chi non stava ai loro ordini. Ora pare che questo
compito sia passato all’Antimafia. Ma anche all’anticorruzione, ed alle altre
funzioni “anti” cui è ridotta la nostra povera Giustizia.
Così ai colori diversi con i quali saranno segnate nelle carte geografiche le
Regioni d’Italia secondo che siano state conquistate da Destra o Sinistra, se
ne dovrà aggiungere un altro, che, magari andrebbe pure esteso su un po’ tutto
il territorio della Repubblica. Un altro disegno per quella regione disgraziata
caduta sotto la dipendenza feudale diretta delle Procure. Quale colore? Non un
colore: un disegno a sbarre. In gabbia a Roma il carcere si chiama in gergo “il
gabbio”.
Grazie a Salvini che proprio nella Regione in cui è stato eletto Senatore si è
messo a fare il “moderato” avanti ai P.M.
Mauro Mellini