Lun. Nov 4th, 2024

Personale del Centro Operativo di Firenze, della Direzione Investigativa Antimafia, su disposizioni della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha eseguito a Prato, Reggio Calabria e Cosenza la confisca dei beni, per un valore di oltre 2 milioni di euro, nei confronti di PISANI Sante, 67enne imprenditore calabrese, soggetto contiguo alla ‘ndrina PESCE-BELLOCCO di Rosarno (RC), cui è stata, altresì, applicata la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. per la durata di anni tre, con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

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Il provvedimento di confisca, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta congiunta del Direttore della D.I.A. e del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, all’esito di un complesso e lungo dibattimento, riguarda un appartamento in villa ubicato in Poggio a Caiano (PO), Via G. Carducci nr.31/b, uno studio professionale sito in Rosarno (RC), Via Nazionale nr158, un immobile abitativo di nuova costruzione, ubicato in Rossano (CS), località S. Isidoro, Via Conca D’oro, il saldo attivo di nr.1 conto corrente bancario e nr.6 polizze assicurative.

Sante PISANI trasferitosi negli anni ’90, con la famiglia, a Poggio a Caiano (PO), aveva mantenuto, anche in Toscana, il suo ruolo di riciclatore dei proventi della ‘ndrangheta, fino al 2012, anno in cui, aveva fatto ritorno a Rosarno (RC).

Il citato si era in particolar modo specializzato nel commettere truffe ai danni dell’Unione Europea, grazie a false documentazioni presentate e talvolta al coinvolgimento di dipendenti regionali.

Per tali ragioni, il PISANI veniva arrestato nel 1993, insieme alla moglie ed al cognato, per avere ripulito capitali illecitamente accumulati dalla cosca PESCE, subendo anche il sequestro di beni per circa 10 miliardi di lire e nel 2007 per una truffa ai danni dell’U.E., nel settore dei contributi destinati alla produzione di agrumi, del valore di 26 milioni di euro.

Tra gli immobili confiscati con l’odierno provvedimento figura anche lo “studio legale PISANI” di cui era titolare l’avvocato Vittorio PISANI, figlio di Sante e storico “legale di fiducia della cosca BELLOCCO”, poi diventato collaboratore di giustizia, le cui dichiarazioni hanno fornito un contribuito determinante per addivenire alla ricostruzione e localizzazione dei beni  confiscati.

Il citato professionista aveva, nel tempo, allacciato stretti rapporti con le ‘ndrine del reggino, ben al di là del mandato professionale, sino a diventarne un “consigliori”, motivo per cui, nel febbraio del 2014, veniva tratto in arresto.

Le vicende dell’avv. PISANI e dell’avv. Gregorio CACCIOLA, come noto, si intrecciano, in modo drammatico, con la tragica scomparsa di Maria Concetta CACCIOLA, deceduta il 20 agosto 2011, per ingestione di acido muriatico, dopo che le sue dichiarazioni avevano permesso agli investigatori di disarticolare una costola della ‘ndrina BELLOCCO.

 

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