Ieri la Corte d’Appello di Reggio Calabria si è ritirata in camera di consiglio per decidere il processo scaturito dalla sentenza Ada, che vedrebbe imputate 61 persone. Il pm Antonio De Bernardo aveva chiesto pene decisamente più severe rispetto a quelle date nel primo grado, le 61 persone coinvolte sono accusate tutte a vario titolo e con diversi ruoli sono ritenute vicine o affiliate alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo, operante in una vasta area del Basso Jonio reggino. Accuse gravi che vanno dall’associazione mafiosa, armi, droga, fino alle infiltrazioni negli appalti del Palazzo municipale di Melito, il cui consiglio comunale venne sciolto per mafia. Nel Processo di Primo Grado il pm aveva inflitto 310 anni di carcere. 55 erano state le condanne e 34 le assoluzioni, di cui 29 non impugnate. Nel filone delle infiltrazioni al Comune di Melito sono imputati anche gli ex sindaci Gesualdo Costantino e Giuseppe Iaria. L’operazione Ada ha ribadito il concetto chiave della ‘ndrangheta, cioè la voglia esasperata di controllare tutto e tutti, compreso soprattutto il mondo della politica.
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Carlotta Tomaselli