Ven. Ott 4th, 2024

I due PM Distrettuali, Marika Pastapasqua e Domenico Cappelleri, al termine dell Requisitoria, avevano chiesto la condanna all’ergastolo per il fatto omicidiario ed anche l’affermazione di responsabilità per la contestazione di associazione mafiosa.

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Secondo l’Ufficio di Procura, Alfredo Pileggi, rimasto vittima di un’agguato mortale a Monasterace  l’8 febbraio del 2016, mentre usciva da una palestra, avrebbe pagato col sangue una relazione sentimentale intrattenuta con la figlia sposata di un presunto boss del luogo.

Il sicario sarebbe stato Cosimo Sorgiovanni, che avrebbe agito su ordine e come appartenente alla cosca Ruga, da cui anche l’accusa di cui all’art. 416 bis c.p.

Tale tesi non è stata ritenuta provata dalla Corte d’Assise di Locri (Presidente Amalia Monteleone e a latere Mariagrazia Galati), che al termine di una lunga istruttoria dibattimentale, durata circa due anni, ha assolto il Sorgiovanni da ambedue le contestazioni per non aver commesso il fatto.

Accolte dunque le argomentazioni dei difensori, Avvocati Francesco Lojacono e Alfredo Arcorace, che hanno sostenuto l’impossibilità materiale che l’imputato potesse trovarrsi in quel luogo a quell’orario, ed hanno contestato i risultati dell’esame STUB, sostenendo che le tre particelle rinvenute sul volto e sugli indumenti sequestrati al Sorgiovanni fossero dovute ad un inquinamento secondario o comunque ambientale, per le circostanze poco rassicuranti in cui è stato effettuato il prelievo.

Cosimo Sorgiovanni ha partecipato al processo in stato di libertà, in quanto l’originario provvedimento di custodia cautelare emesso a suo carico, dopo una prima ordinanza confermativa,  era stato annullato dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria su rinvio della Corte di Cassazione, che già in fase cautelare aveva accolto i rilievi difensivi sulla insussistenza del quadro indiziario.