La deplorevole vicenda di abusi sessuali accaduta nel melitese, portata alla luce dagli inquirenti nella giornata di ieri, è stata accolta con grande dolore e preoccupazione dall’arcivescovo Morosini, il quale esprime ferma condanna nei confronti dei gravi atti, commessi da alcuni giovani a danno di un’adolescente.
Continua....
Ma, oltre la condanna e alla paterna vicinanza nei confronti della vittima, il presule formula due forti inviti.
L’invito alla conversione rivolto, innanzitutto, a chi ha commesso gli efferati atti.
Tale invito, tuttavia, non è da intendersi solo come un’indicazione di pentimento – pur necessario – ma anche come dovere cristiano di riparare al male provocato.
Scaturisce, inoltre, l’esigenza – urgente e non più derogabile – di attuare una forma di prevenzione rispetto a tali fenomeni, che rimandano, purtroppo, ad inaccettabili forme di subcultura e di degrado umano.
“Episodi come questi – afferma monsignor Morosini – suscitano una riflessione di carattere più generale: come viene intesa la sessualità nella società di oggi? Quanto accaduto rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di una visione errata e pericolosa della sessualità, vissuta non come un dono reciproco di amore che si apre alla vita, ma solo come sterile divertimento. Così l’altro diventa un oggetto di cui servirsi per provare piacere… Questo tipo di mentalità – che obbedisce, sia pure in modo particolare e specifico, alle regole impietose di quella cultura dello scarto, a più riprese condannata da papa Francesco – unita ad un agire criminale e violento, può condurre a casi esasperati come quello di Melito”.
Inoltre l’Arcivescovo di Reggio si rivolge ai genitori e alle famiglie, invitando alla custodia e all’educazione dei figli. “È in casa che si impara a voler bene e ad amare nel modo giusto – afferma il presule – perciò i genitori, con l’aiuto di tutte le agenzie educative – compresi le parrocchie, i movimenti e le associazioni – pensino anche ad una seria educazione all’effettività, sostenuta ed impartita a partire dalla testimonianza dell’amore e del rispetto coniugale”.
L’educazione deve essere accompagnata dalla custodia dei propri figli: “troppo spesso i minorenni – ragazzi e ragazze – ancora nella fase iniziale dell’adolescenza, vengono lasciati soli, liberi, sin da piccolissimi, a trascorrere le ore notturne fuori casa, e ad impostare in modo autonomo e consumistico la loro vita affettiva, sessuale e relazionale. Auspico che ci sia un’inversione di tendenza e che cresca, a livello collettivo, l’attenzione e l’accompagnamento educativo nei confronti dei nostri ragazzi”.