Il consigliere regionale del Pd commenta la recente uscita di un Deputato leghista che attribuisce alla Città Metropolitana di Reggio Calabria la responsabilità del mancato risarcimento agli agricoltori danneggiati dai cinghiali. «E’ imbarazzante che esponenti del centrodestra nazionale disconoscano l’assurda e irragionevole situazione che vede la Città Metropolitana di Reggio Calabria ancora priva delle funzioni che, per legge, la Regione le avrebbe dovuto trasferire ormai da lungo tempo. Solo così, infatti, si può spiegare l’insensato attacco dei deputati della Lega che, alla Camera, hanno individuato nella Città Metropolitana la responsabilità per il mancato risarcimento agli agricoltori reggini dopo i danni causati dai cinghiali sui loro terreni. Palazzo Alvaro e la maggioranza del sindaco Giuseppe Falcomatà avrebbero riconosciuto volentieri gli indennizzi dovuti ai lavoratori, ma è la Regione, titolare, appunto, delle funzioni specifiche, a dover rispondere di ogni ritardo o omissione». Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Giovanni Muraca, sottolineando «l’incredibile svarione di chi, pur ricoprendo incarichi pubblici di prestigio a livello nazionale, disconosce la singolarità, unica in Italia, di una Città Metropolita che, da anni, invoca ruoli, deleghe e risorse che la Regione trattiene, inspiegabilmente, per sé». «Ed allora – continua l’esponente del Pd – crediamo non si possa più rinviare una questione che ha davvero raggiunto il limite di ogni umana sopportazione. Sono trascorsi ormai molti mesi dall’annuncio dell’avvio del tavolo tecnico-politico per il trasferimento delle funzioni, ma la comunità reggina si domanda a che punto sia questa procedura e come mai stia passando così tanto tempo, dopo il lungo ritardo degli anni passati, per finalizzare questo percorso. Il Governatore Roberto Occhiuto intervenga, nel più breve tempo possibile, per sanare un’anomalia tutta calabrese che lede i diritti dei cittadini reggini, offende le istituzioni e, come abbiamo potuto costatare, espone a clamorose gaffe esponenti che, a Montecitorio, rappresentano la sua stessa maggioranza».
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