Anche condanna per estorsione dopo blitz contro clan nel Comasco
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Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano ha eseguito una confisca, come misura di prevenzione, di beni per oltre 2,5 milioni di euro nei confronti di Giuseppe Oliverio, presunto narcotrafficante, già condannato a 14 anni per traffico di droga ed estorsione, a seguito dell’inchiesta ‘Crociata’, coordinata dalla Dda di Milano, che nel 2016 aveva smantellato una ‘locale’ di ‘ndrangheta a Mariano Comense (Como). Una delle condotte estorsive, spiega la Gdf, ha riguardato “il titolare di un’officina che è stato addirittura costretto a cedergli la propria azienda”, dopo che Oliverio, che era già stato anche in carcere, era riuscito ad assumerne la gestione. Con metodi intimidatori il presunto narcotrafficante si è impossessato dell’officina “senza pagare alcun corrispettivo e, addirittura, ha imposto alla vittima di chiudere eventuali altre imprese” del settore perché gli facevano concorrenza. Tra il 2004 e il 2014, Oliverio è riuscito ad incrementare “il proprio patrimonio mobiliare ed immobiliare, che risultava intestato a due società”, di cui formalmente erano titolari i figli. Gli accertamenti della Gdf hanno ricostruito “l’origine delle provviste impiegate” e “le modalità” con cui “ha acquisito il patrimonio a lui riconducibile, consentendo quindi di giungere alla confisca di un’azienda e del compendio di una società, di dodici fabbricati e due terreni, oltre a diversi orologi e gioielli”.