Simulazioni, bugie e un rapimento che sconvolge l’Italia: venerdì l’udienza di convalida degli arresti.
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La vicenda del rapimento della piccola Sofia a Cosenza ha scosso l’opinione pubblica, sollevando domande inquietanti sulla psiche e le motivazioni di Rosa Vespa, protagonista di questa drammatica storia. La donna avrebbe simulato una gravidanza e il parto, ingannando il marito Acqua Moses e i suoi stessi familiari, fino a mettere in atto un piano che ha portato al rapimento della neonata.
Secondo le indagini, Rosa si sarebbe allontanata dalla casa di Castrolibero per tre giorni, fingendo di trovarsi in clinica a causa del parto e del Covid. «Non venire, non ti fanno entrare», avrebbe detto al marito, che attendeva fiducioso l’arrivo del piccolo Ansel, il nome scelto in onore del padre di Rosa. Nel frattempo, la donna si sarebbe introdotta nella clinica Sacro Cuore, fingendosi infermiera, per sottrarre Sofia dalla stanza della vera madre.
Le immagini di videosorveglianza mostrano Moses in attesa fuori dalla clinica, ignaro del piano della moglie. «Finalmente Ansel», avrebbe detto con gioia, convinto che il neonato fosse suo figlio. Tuttavia, l’intervento delle forze dell’ordine ha interrotto la messa in scena.
Gli inquirenti stanno ora ricostruendo gli spostamenti della donna tra il 7 e il 10 gennaio 2025, quando Rosa avrebbe lasciato l’abitazione, e i giorni successivi, durante i quali ha simulato i sintomi di un post-partum, arrivando persino a tirarsi il latte. La finzione era così convincente da ingannare tutti, dai vicini di casa ai parenti, che attendevano con gioia la nascita del piccolo.
Il Ruolo della Psiche
Il comportamento di Rosa Vespa potrebbe essere attribuito a una grave patologia psichica, come la gravidanza isterica. Gli esperti sottolineano come questo disturbo possa portare a sintomi fisici reali e a comportamenti ossessivi legati all’idea della maternità. L’illusione della gravidanza era così forte che nessuno ha mai messo in dubbio la sua veridicità, fino al drammatico epilogo.
Le Indagini in Corso
Attualmente, due persone sono in carcere in attesa dell’udienza di convalida, prevista per venerdì. Gli investigatori stanno interrogando i familiari della coppia per completare il puzzle. Restano da chiarire le responsabilità di Moses, che appare sempre più come una vittima inconsapevole.
Il caso ha aperto un dibattito nazionale, ponendo interrogativi su come prevenire situazioni simili in futuro e sul supporto psicologico che deve essere garantito alle persone fragili. La vicenda della neonata rapita a Cosenza è tutt’altro che conclusa, ma già rappresenta un esempio tragico delle conseguenze di un dolore non affrontato e di una mente che ha perso il contatto con la realtà.