Ultim'Ora
17 Gen 2025, Ven

Nicola Gratteri si racconta al programma “Presa Diretta” di Rai Tre

Il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri ha rilasciato una lunga intervista, al microfono di Riccardo Iacona il giornalista autore-conduttore del famoso programma televisivo di Rai Tre, per la trasmissione “Presa Diretta” andata in onda lunedì sera.

Continua....


autolinee-federico-agos-24
JonicaClima
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Simbolo della giustizia italiana, il magistrato è conosciuto in tutto il mondo per la sua lotta alla ‘ndrangheta; un uomo che da 30 anni vive sotto scorta e che ogni giorno rischia la vita per combattere la piaga della mafia e onorare il suo mandato. Nicola Gratteri, infatti, è per antonomasia l’uomo che con le sue indagini è riuscito a sequestrare tonnellate di cocaina ai cartelli calabresi del narcotraffico e a decimarne le famiglie di élite, nessun altro prima di lui aveva osato tanto o era arrivato a tanto.

Nella prima puntata del 2017  dunque  il procuratore di Catanzaro  ha ripercorso con Iacona alcuni momenti importanti della lotta alla criminalità da lui condotta in anni e anni di magistratura. Ha parlato del mondo della ‘ndrangheta, su cos’è , dove s’insinua, con chi “marcia”, come si combatte e quali siano i suoi livelli di pericolosità.

 

Ha raccontato alcuni passaggi particolarmente significativi sulla sua mancata nomina a ministro, sulle sue proposte di riforma della giustizia e sulla sua attività in Procura a Catanzaro. …«Quando sono arrivato qui , ho trovato una grande difficolta’ la situazione era disastrosa, qui ogni sostituto ha 1100 fascicoli in carico, è evidente il 50% di questi fascicoli morirà in questo ufficio.>>…

Il magistrato ricostruisce le mosse che lo portarono ad un passo dall’assumere l’incarico di ministro della Giustizia del governo guidato da Matteo Renzi, che lo cercò per quel ruolo: «Ero nell’elenco dei 16 ministri, avevo accettato perché mi era stato garantito che avrei avuto carta bianca. Mi è stato detto che Napolitano non ha voluto perché non c’è mai stato un magistrato ministro della Giustizia. Mi sarei anche potuto dimettere in quel momento da magistrato. La verità è che sono troppo indipendente. Mi soffoca l’idea di appartenere a qualcuno. Sono sempre stato troppo indipendente, rivoluzionario».

 

Carmen Fantò

 

 

Da