E’ morto nel pomeriggio di oggi a Palmi, il giornalista d’altri tempi Peppino Parrello all’età di 93 anni. Parrello era nato a Palmi il 3 maggio del 1923, è stato professore di scuola elementare, giornalista e scrittore. Peppino Parrello ha svolto per più di 65 anni l’attività di cronista per la Rai, l’Agenzia Ansa, “Il Quotidiano del Sud”. La sua giornata si divideva in due parti, la mattina insegnava alle scuole elementari e il pomeriggio faceva il reporter. Parrello è stato un ponte tra la Calabria e altre città d’Italia. Scriveva per il Corriere della Sera, il Giorno, il Tempo, il Messaggero, il Mattino e quando la Calabria diventava incomprensibile al mondo, lui era li a raccontarne pregi e difetti.
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Un grido dal sud erano le sue parole scritte con un Olivetti lettera 32. Battute una per una in fretta e furia quando si stampava ancora con il piombo e c’era il “fuori sacco”, articoli sigillati in busta, destinati alle redazioni dei giornali che lottavano contro il tempo per avere notizie recenti sempre più velocemente. Lui, esile, sette figli e una moglie dolcissima che l’assecondava nella sua passione, da Palmi inviava le notizie e raccontava la Calabria attraverso l’agenzia Ansa e la Reuter di Londra, la Rai.
E’ stato il solo giornalista calabrese ad aver subito i rigori del carcere per avere, secondo l’accusa, rivelato, tramite l’Ansa, notizie coperte dal segreto istruttorio nella nota vicenda che riguardava magistratura, mafia e pentiti. Il dott. Giuseppe Messineo, Procuratore della Repubblica di Palmi, in attività negli anni ‘80, proprio negli anni di lotte cruenti tra clan della Piana di Gioia Tauro, disse di Parrello: “Ha dimostrato quanta efficacia educatrice abbia la funzione del cronista e quanto sia difficile l’esplicazione di tale attività specie in una terra come la Calabria dove il sospetto e la reticenza rendono difficoltosa non solo l’indagine giudiziaria, ma anche quella immediata della stampa. Peppino Parrello è un giornalista coraggioso e di trincea, sempre in avanscoperta e pieno di lealtà e correttezza intese esclusivamente al servizio della verità”. Peppino Parrello ha sempre vissuto a Palmi nella sua casa-tempio, dove ci sono ritagli di giornali e migliaia di articoli e lettere di encomi, libri e poesie.
Dalla redazione di Telemia le più sincere condoglianze alla famiglia e in particolare all’amato figlio Sigfrido.