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25 Mag 2025, Dom

Papa Francesco scrive a Lucano: «Gratitudine e affetto per il suo impegno verso i rifugiati»

Nel 2016 una lettera del Pontefice commuove il sindaco di Riace: «Strabiliato e commosso dalle sue parole». Un messaggio di sostegno per l’accoglienza dei migranti e per chi, come Lucano, si batte per gli ultimi.

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Era il 12 dicembre 2016 quando al Comune di Riace arrivò una lettera inaspettata: mittente, Papa Francesco; destinatario, “il caro fratello sindaco” Mimmo Lucano. Un messaggio carico di riconoscenza e affetto, in cui il Pontefice lodava l’impegno del piccolo comune calabrese nell’accoglienza dei rifugiati.

«Conosco le sue iniziative, le sue lotte personali e le sofferenze vissute – scriveva il Papa –. Per questo le esprimo la mia ammirazione e gratitudine per il suo operato intelligente e coraggioso a favore dei nostri fratelli e sorelle rifugiati. Le porte della mia casa saranno sempre aperte per lei e per questa nuova rete».

Lucano, allora sindaco di Riace, ricorda con emozione quel giorno: «Strabiliato e commosso dalle sue parole. Mai avrei immaginato che un Papa potesse scrivermi una lettera di ringraziamento. Io, che per la mia formazione politica e culturale ho sempre avuto un rapporto distante con la Chiesa, ho sentito in quel momento una profonda vicinanza a tanti religiosi incontrati nel mio cammino. Papa Francesco, già da arcivescovo di Buenos Aires vicino alla comunità calabrese emigrata, per me rappresenta una Chiesa autentica, capace di prendersi cura davvero degli ultimi».

Nella lettera, il Santo Padre aggiungeva: «Mentre chiedo al Signore di non abbandonarla mai, soprattutto in questo momento difficile, la accompagno con riconoscenza e affetto. Non si dimentichi di pregare per me o, se non prega, mi pensi bene e mi mandi una buona onda».

Oggi, nel ricordare quelle parole, Lucano esprime un auspicio: «Spero che i tanti uomini e donne delle istituzioni, che ne hanno commemorato la figura, possano essere davvero toccati dalla forza delle sue parole di pace e fratellanza. Ne abbiamo un disperato bisogno».