«Platì sta molto cambiando, oggi non è il paese di mafia come spesso, troppo superficialmente, si vuole far passare». È quanto ha dichiarato monsignor Francesco Oliva, vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, intervenendo in merito al contenuto del servizio televisivo di “Striscia la notizia” dei giorni scorsi, nel corso del quale si è parlato di una targhetta “a memoria”, posta sotto la statua di San Michele nella chiesa di Platì.
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Il vescovo Oliva, attraverso una nota stampa, precisa che la circostanza descritta nel programma di Canale 5 «con accenti fortemente spettacolarizzati continua ad alimentare l’immagine di un paese di mafia, criminalizzando, forse anche al di là delle stesse intenzioni del cronista, l’intera comunità platiese, che, seppur nota per fatti di cronaca legati alla ’ndrangheta, è una comunità di cittadini onesti e laboriosi, molto giovane (media età dei residenti 36,1 anni) ad altissimo tasso di disoccupazione (superiore al 50%)».
«La stessa circostanza – continua mons. Oliva – non può far passare sotto tono l’impegno della chiesa locale nella lotta contro la criminalità organizzata e la ’ndrangheta, ritenuta un vero male sociale, che contraddice i valori evangelici.