Autonomia differenziata e fusione di Cosenza tra i temi caldi al rientro. La politica regionale si prepara a un autunno intenso.
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La politica calabrese si concede una pausa estiva, ma il ritorno a settembre promette un’agenda densa di impegni e sfide complesse. Con la seconda metà della legislatura in corso, si delineano all’orizzonte questioni di grande rilevanza, tra cui l’autonomia differenziata e la fusione di Cosenza, che potrebbero mettere a dura prova la coesione all’interno delle coalizioni e dei partiti.
A settembre, l’autonomia differenziata sarà uno dei temi più divisivi, con tensioni sia tra centrodestra e centrosinistra, sia all’interno dello stesso centrodestra calabrese. La proposta di referendum abrogativo della legge Calderoli, presentata da Pd, M5S e il gruppo Misto, ha già sollevato dibattiti accesi, con la maggioranza impegnata a difendere una posizione che appare scomoda, soprattutto per le perplessità manifestate da Forza Italia e lo stesso presidente Occhiuto.
Un altro tema che animerà il dibattito politico regionale è la creazione della “Grande Cosenza” attraverso la fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero. L’attesa per il decreto referendario da parte di Occhiuto mantiene alta l’attenzione, con posizioni contrastanti tra i partiti.
Oltre a queste questioni, l’agenda di settembre prevede la discussione di due nuove riforme regionali: la Società regionale per il digitale e l’informatica, proposta da Fratelli d’Italia, e l’Agenzia per l’energia, promossa da Azione. Queste iniziative mirano a riorganizzare il sottogoverno regionale, ma sono state rimandate a causa della pausa estiva.
Anche i partiti si preparano a un autunno movimentato, con il rinnovo delle Commissioni del Consiglio regionale e delle relative presidenze. Le tensioni interne alla maggioranza, soprattutto tra Forza Italia e Lega, continuano a influenzare i delicati equilibri di potere. Mentre la Lega cerca di ristrutturarsi sotto la guida del nuovo commissario Rossano Sasso, Forza Italia e Fratelli d’Italia sembrano consolidare il loro asse, lasciando la Lega in una posizione più marginale.
Nel centrosinistra, il “campo largo” appare più concreto in Calabria rispetto ad altre regioni, ma sia Pd che M5S affrontano sfide interne. I dem devono gestire tensioni territoriali, mentre il M5S, con la leadership di Giuseppe Conte in contrasto con Beppe Grillo, si trova a un bivio che potrebbe avere ripercussioni significative sul territorio calabrese.
Infine, Italia Viva e Azione, pur con percorsi diversi, si preparano a giocare un ruolo determinante nelle dinamiche politiche regionali. Italia Viva, con Matteo Renzi, guarda di nuovo al Pd, mentre Azione, pur alleata del centrodestra, si prepara a rivendicare maggiori spazi di potere. Settembre si preannuncia quindi un mese cruciale per la politica calabrese, con numerosi “stress test” che metteranno alla prova partiti e coalizioni.