La senatrice della Lega accusa: “Altri soldi pubblici sprecati per opposizioni ideologiche contro un progetto di Stato”
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Continua a far discutere il ricorso presentato al TAR del Lazio dal Comune di Villa San Giovanni e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria sulla procedura di valutazione ambientale del Ponte sullo Stretto. Tilde Minasi, senatrice e capogruppo della Lega in commissione Trasporti di Palazzo Madama, ha espresso forti critiche in una nota ufficiale, sottolineando l’uso di fondi pubblici per un’iniziativa che definisce “inutile e ideologica”.
“A livello procedurale,” spiega Minasi, “il ricorso non è stato nemmeno affrontato, forse perché contiene tesi già smontate dal Ministero dell’Ambiente. Inoltre, è stata rinunciata la richiesta di sospensione dell’iter dell’opera per concentrarsi su una futura impugnazione dell’esito della Conferenza dei Servizi”.
La senatrice pone due quesiti centrali: “Che fine ha fatto l’urgenza di bloccare il Ponte e, soprattutto, quanto costerà questo ulteriore ricorso ai cittadini? Si parla di altri 74.000 euro a carico delle due amministrazioni, ovvero dei contribuenti”.
Critiche ai sindaci e all’avvocato delle amministrazioni
Minasi ha inoltre evidenziato una contraddizione tra le dichiarazioni pubbliche dei due sindaci – che avevano affermato che il ricorso non fosse contro l’opera in sé, ma solo contro aspetti procedurali – e le affermazioni dell’avvocato che rappresenta le due amministrazioni. Quest’ultimo, infatti, avrebbe ribadito la ferma opposizione al progetto del Ponte.
“Questa ambiguità – prosegue Minasi – sottolinea la natura puramente ideologica di queste contestazioni, che rallentano un progetto approvato dallo Stato e dal Parlamento, danneggiando il Mezzogiorno e l’intero Paese”.
Le conseguenze per i cittadini
La senatrice ha concluso la sua nota mettendo in evidenza le conseguenze negative di questi continui ricorsi: “Adottando tecniche dilatorie, gli unici a pagarne il prezzo saranno i cittadini, che vedranno sprecati fondi pubblici, e il Mezzogiorno, che rischia di perdere un’opportunità infrastrutturale e di sviluppo fondamentale”.