È stato presentato a Mammola il libro “Parole e simboli di memorie” di M. Caterina Mammola, patrocinato dall’Amministrazione comunale. L’evento si inserisce tra le attività organizzate per la settimana della festa patronale di San Nicodemo, continuando la tradizione di una serata all’insegna della cultura storica mammolese, iniziata oltre mezzo secolo fa, ai tempi del parroco D. Vincenzo Zavaglia e continuata con successo da D. Cornelio Femìa e dai successivi. È stata scelta la sala della Canonica, presso il Lungofiume Apollinare Agresta, che così si avvia ad essere sede di altri futuri eventi culturali.
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La moderatrice, prof.ssa Chiara Ferraro, nell’introduzione ha presentato argomenti e personalità dei convenuti, tracciando un breve profilo dell’autrice e le principali caratteristiche del libro in oggetto.
Il sindaco, arch. Stefano Raschellà, porgendo i saluti, ha espresso parole di stima e sentimenti d’amicizia per la Mammola, specialmente per le ricerche fatte e pubblicate sulla storia del paese, in cui è nata e di cui porta il cognome.
L’impegno di critica letteraria è stato affidato alla prof.ssa Lucia Licciardello, docente – come Chiara Ferraro – presso il Liceo Classico di Locri: nella sua relazione ha focalizzato i punti essenziali del testo della scrittrice, che ha trovato avvincente, anticonvenzionale, vario negli argomenti. Per lei è stato una novità. Ma ha fatto notare, al numeroso e attento pubblico presente, come anche per l’autrice l’input verso tale forma di scrittura fosse un esperimento in un percorso aleatorio, tra timori diversi, tra energie in fermento. A sostegno del rischio per nuova attività, ha citato l’antico poeta greco Callimaco a cui gli dei avevano ordinato di non cercare strade larghe e percorse da molti altri, ma di cercare sentieri non calpestati, senza orme altrui.
Attraverso i titoli dei 35 capitoli, ha tracciato struttura e valore della trattazione, rilevandone l’efficacia del linguaggio, semplice e chiaro, piacevole e spesso autoironico. Ha esaminato attentamente qualche “voce” del piccolo dizionario – come è scritto nel sottotitolo di copertina – tra cui “La schiettezza”. Alcuni elementi del libro richiamano alla memoria Orazio e a Terenzio, per il sapore sottinteso della satira e della comprensione dell’umanità in genere, delle debolezze dell’umanità. I ricordi personali, il vivere la quotidianità, suggeriscono un modo di intendere la “leggerezza” della vita, secondo una magnifica lezione di Italo Calvino compresa nel libro Lezioni Americane, leggerezza che non è superficialità, ma saggezza nel prevedere l’esito delle proprie azioni, renderle accettabili e significative.
Ha preso la parola l’Autrice, per ringraziare, commentare alcune considerazioni del testo, esprimere la propria gioia per la stima da cui si sente circondata. È contenta per le nuove generazioni che continuano nell’amore verso lo studio, verso la conoscenza delle opere scritte. Inoltre ha apprezzato l’inclusione della sua opera tra le numerose opere trattate nel corso degli anni, secondo la tradizione durante i festeggiamenti del Santo patrono, in una serata culturale. Ciò lega ancor di più l’argomento al carattere della spiritualità, della speculazione filosofica e mentale in genere della gente di Calabria, su un filo che corre da Gioacchino da Fiore a Telesio e Campanella, e anche a Giuseppe Antonio Albanese, filosofo e patriota del Risorgimento, cittadino di Mammola, sul quale ha scritto in passato.
Ha continuato il discorso il dr. Vincenzo Tavernese, approfondendo la tematica del pensiero. Non è la prima volta che il dr. Tavernese discute su opere della Mammola, ha già relazionato su altre: ma ora, in quest’ultima ne ha notato la maturità, che non proviene soltanto dall’età cronologica, ma soprattutto dalle idee strutturate con un certo ordine, con una razionalità adeguata agli argomenti affrontati, una specie di filosofia di vita, dopo i numerosi momenti difficili affrontati, per cui ha raggiunto un buon grado di serenità. Ha commentato il titolo di copertina, soffermandosi sui plurali del lessico usato: parole, simboli, memorie. Un insieme vario, una pluralità del quotidiano che scorre tra le righe, tra ricordi personali e fatti reali legati agli argomenti trattati.
Il dr. Pino Agostino si è soffermato su un paio di voci del dizionario, fra cui “La gelosia”, in cui erano riferiti eventi successi a Mammola; esponendo un noto uxoricidio ha parlato del delitto d’onore legalmente riconosciuto a quei tempi. Ne è seguito un dialogo a più voci con il pubblico e l’autrice, la quale ha puntualizzato uno degli obiettivi della sua opera: la visione al femminile della realtà, del giudizio sui fatti reali, del ragionare su problematiche attuali.
Ha concluso Chiara Ferraro invitando la scrittrice a continuare con altre opere, che sollecitino come questa, curiosità e interesse, piacevolezza e conoscenza, ma anche di operare nella ricerca storica che propone novità.