Ven. Ott 11th, 2024

L’avvocato Anselmo rivela i dettagli di una intercettazione tra Roberto Internò e la moglie: «Difesa di Isabella, suo padre e il cugino». Pisa: «Tutte le prove scientifiche confermano l’omicidio».

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Nel processo per la morte di Denis Bergamini, l’ex calciatore del Cosenza scomparso tragicamente nel 1989, emergono nuovi dettagli inquietanti. L’avvocato Fabio Anselmo, rappresentante della parte civile, ha richiamato l’attenzione su un’intercettazione chiave in cui Roberto Internò, cugino dell’imputata Isabella Internò, parla animatamente con la moglie Michelina Mazzuca. «In quella conversazione – ha dichiarato Anselmo – si fanno i nomi di chi ha ucciso Denis. Michelina cerca di rassicurare il marito, dicendo di aver difeso Isabella, suo padre Franco e il cugino Dino Pippo Internò durante gli interrogatori». Un dettaglio, questo, che solleva il sospetto: «Perché difendere proprio loro e non altri familiari?», si è chiesto Anselmo.

La seconda parte delle discussioni degli avvocati di parte civile Alessandra Pisa e Silvia Galeone ha poi posto l’accento su tre punti cruciali: la validità delle prove medico-scientifiche, l’anomalo comportamento di Isabella Internò dopo la morte di Bergamini e le molteplici versioni divergenti fornite dai familiari dell’imputata riguardo alla presunta cena che si sarebbe tenuta la sera della tragedia, il 18 novembre 1989.

Le prove scientifiche confermano l’omicidio

«Tutti i dati scientifici – ha affermato l’avvocato Pisa – indicano che Denis Bergamini è stato ucciso. La tesi della difesa, che parla di un suicidio, non regge». Pisa ha sottolineato come le perizie medico-legali, basate su elementi come l’assenza di segni vitali compatibili con l’impatto e la presenza di glicoforina nella laringe, abbiano demolito le argomentazioni della consulente della difesa, la dottoressa Innamorato. «L’assenza di petecchie o segni esterni non esclude l’asfissia – ha precisato Pisa – soprattutto quando si utilizza un metodo soft, come il soffocamento con sciarpa o sacchetto».

Il comportamento di Isabella Internò sotto accusa

Pisa ha inoltre criticato il comportamento di Isabella Internò nelle ore successive alla morte di Bergamini. «In una intercettazione del 2011 – ha ricordato – il marito Luciano Conte chiede a Isabella perché non fosse andata a vedere il corpo di Denis. Lei non risponde, il che dimostra il suo disinteresse. Dopo la morte di Denis, Isabella si affrettò a tornare a Cosenza, cercando di riottenere il ruolo che aveva perso». Pisa ha anche richiamato l’attenzione sul comportamento ambiguo dell’imputata durante il funerale: «Alternava pianti a sorrisi, cercava di allontanare i sospetti su di sé».

Le contraddizioni sul falso alibi della cena di Santa Chiara

Silvia Galeone ha invece evidenziato le incongruenze relative alla cena a Santa Chiara, che secondo la famiglia di Isabella Internò sarebbe avvenuta la sera della morte di Bergamini. «Abbiamo 11 versioni diverse di quella cena – ha spiegato – e ogni volta i dettagli cambiano. Questo dimostra che si tratta di un falso alibi». Galeone ha poi raccontato delle pressioni che Roberto Internò avrebbe esercitato sulla moglie Michelina per mantenere la stessa versione: «In un’intercettazione, Roberto le rimprovera di non seguire le sue istruzioni e le impone di dire le stesse cose».

Una lunga battaglia per la verità

Il processo arriva dopo 35 anni di ritardi e omissioni da parte della magistratura e delle forze dell’ordine, come denunciato dall’avvocato Anselmo. La procura di Castrovillari ha chiesto 23 anni di reclusione per Isabella Internò, accusata di omicidio volontario in concorso con ignoti. Il processo rappresenta una battaglia decisiva per la verità e la giustizia, non solo per la famiglia Bergamini, ma anche per tutti coloro che da anni seguono con attenzione la vicenda. «Non possiamo più sbagliare», ha concluso Galeone, evidenziando la responsabilità di fare chiarezza dopo decenni di errori.