Condanne per un totale di 122 anni di reclusione sono stati richiesti dal sostituto procuratore Francesco Tedesco al termine della requisitoria per otto degli imputati nel filone in ordinario del processo denominato “Villeneuve”. Per un nono imputato, il locrese Alessio Macrì, il pm della Procura antimafia reggina ha chiesto l’assoluzione dalla contestata accusa di partecipazione a un’associazione dedita al narcotraffico oltre alla prescrizione per un reato minore.
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Secondo la Procura reggina gli imputati avrebbero fatto parte, a vario titolo e con modalità differente, di una articolata e vasta organizzazione dedita all’acquisito, commercio, trasporto, consegna e commercializzazione dal Sudamerica all’Italia di rilevanti quantità di cocaina.
Il dottore Tedesco ha ripercorso gli esiti investigativi dell’indagine “Villeneuve”, nata dall’omonima operazione antidroga eseguita dagli investigatori del Gico e del Goa del Nucleo di Polizia Tributaria coordinati dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria. Nel corso della requisitoria il pm ha evidenziato come le fonti di prova si fondano essenzialmente su tre elementi pregnanti: le intercettazioni telefoniche, alcuni sequestri di droga e incontri tra indagati a Brindisi.
Secondo l’accusa, infatti, ci sarebbe stato anche un tentativo di importazione nel territorio italiano dalla Colombia di un quantitativo importante di cocaina che sarebbe dovuta arrivare al porto di Brindisi sotto un carico di copertura costituito da carbone.
In un altro passaggio della discussione il sostituto procuratore ha evidenziato come l’asserita associazione avesse come riferimento un soggetto di origine italiana che all’epoca, pur se detenuto in Colombia, manteneva i contatti con la madrepatria e riusciva organizzare il narcotraffico.