Un gesto «ingiustificabile» o una semplice «carezza di un nonno»? Il Partito Democratico si divide sulla controversia che ha coinvolto Romano Prodi e una giornalista di Quarta Repubblica. L’episodio ha acceso il dibattito politico, con la destra pronta a cavalcare la polemica e i democratici divisi tra chi lo considera un atto paternalistico e chi lo minimizza come un gesto affettuoso.
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In Calabria, la discussione vede contrapposti il parlamentare Nico Stumpo e la componente della direzione nazionale Jasmine Cristallo. Stumpo, intervenuto su Radio Cusano Campus, ha difeso Prodi, ridimensionando l’accaduto: «L’ho vista come la carezza di un nonno verso una giovane che forse avrebbe avuto bisogno di rileggere un po’ la storia. Non penso che avesse in mente un atto sessista. Se fosse stato un ragazzo, gli avrebbe tirato le guance. Invece di rispondere in modo volgare, le ha dato una lezione e un buffetto. Non mi sembra sia quello il problema».
Di tutt’altro avviso Cristallo, che ha condannato senza mezzi termini l’episodio. «Non ammette giustificazioni – ha dichiarato –. È necessario avere il coraggio di condannare ogni episodio di prevaricazione nei confronti delle donne, senza eccezioni. In caso contrario, la lotta contro il patriarcato perde di credibilità». Cristallo ha rilanciato il suo impegno contro la misoginia, citando un post del 2021 in difesa di Giorgia Meloni, allora vittima di attacchi sessisti. «Non si può essere credibili se si cede a un’indignazione selettiva».
L’episodio ha scatenato forti reazioni all’interno del Pd e della scena politica nazionale, con interrogativi sul confine tra paternalismo e rispetto professionale nel confronto con le giornaliste. Il dibattito resta aperto, tra chi vede nel gesto di Prodi un atto affettuoso e chi lo interpreta come un segnale di un retaggio culturale da superare.