Lun. Ott 7th, 2024

L’ufficializzazione della nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Europea con delega alla Coesione e alle Riforme rappresenta una significativa affermazione per il governo italiano e, in particolare, per la premier Giorgia Meloni. Nonostante il mancato sostegno italiano al secondo mandato di Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione ha riconosciuto un ruolo di peso all’Italia, affidando a Fitto una delle cariche più importanti. Questo risultato smentisce le accuse di isolamento internazionale rivolte al governo italiano da parte delle opposizioni.

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Il successo di Meloni è evidente, non solo per aver ottenuto una posizione cruciale per un esponente italiano, ma anche per la capacità di distanziarsi dalle posizioni più estremiste della Lega di Matteo Salvini, che si è schierata con i sovranisti di Viktor Orban e Marine Le Pen. La premier ha consolidato così l’immagine di una destra di governo, capace di dialogare con le istituzioni europee e di ottenere incarichi chiave per il futuro dell’Unione.

Fitto, che ha un consolidato rapporto con Bruxelles e con von der Leyen, sarà ora chiamato a sostenere le audizioni parlamentari di ottobre, un passaggio cruciale che precede la sua piena operatività. Tuttavia, è improbabile che ci siano ostacoli significativi, nonostante le minacce di socialisti e liberali di opporsi alla sua nomina, poiché il rischio di compromettere l’intero equilibrio raggiunto nella composizione della Commissione sarebbe troppo elevato.

La nomina di Fitto segna anche una novità storica per l’Unione Europea: per la prima volta un esponente del gruppo dei Conservatori e Riformisti (Ecr), di cui Giorgia Meloni è leader, assume un incarico di così alto rilievo. Questo consolidamento rappresenta una vittoria politica di grande portata per il governo italiano, che da tempo rivendicava un ruolo di primo piano per il Paese, in quanto fondatore dell’UE e terza economia dell’Unione.

Adesso, la strada per Fitto sembra spianata, con l’obiettivo di utilizzare al meglio le deleghe che gli sono state affidate per favorire la coesione e promuovere le riforme necessarie all’interno dell’Unione Europea.