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25 Apr 2025, Ven

Reggio Calabria, sgominata rete di “armieri” ad Arghillà: nove persone in carcere

È stata un’operazione imponente quella messa in atto dai Carabinieri nel quartiere Arghillà di Reggio Calabria, dove oltre cento militari dell’Arma hanno eseguito un blitz che ha portato all’arresto di nove soggetti, tutti già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e la persona. Il quartiere, da tempo teatro di episodi di violenza e tensioni sociali, è stato al centro di un’articolata attività investigativa che ha permesso di smantellare una vera e propria rete criminale dedita al traffico e alla detenzione di armi clandestine. Si precisa che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che, per gli arrestati, vale il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva.

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L’indagine, avviata nel novembre 2024 e conclusasi nel marzo 2025, è stata condotta dalla Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria sotto il coordinamento della Procura della Repubblica guidata dal dottor Giuseppe Lombardo. Gli inquirenti hanno ricostruito l’operatività di un gruppo criminale capace di reperire, custodire e movimentare con estrema facilità un vero arsenale di armi, sfruttando una fitta rete di complicità e legami con altre organizzazioni malavitose. Le armi, secondo quanto accertato dai militari, venivano stoccate in abitazioni private, magazzini e anche in edifici dismessi, in modo da rendere difficile il loro rinvenimento da parte delle forze dell’ordine.

La pericolosità del sodalizio criminale è emersa con chiarezza anche dagli episodi documentati nel corso delle indagini: in più occasioni, sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco in aree pubbliche, mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini. Le armi venivano impiegate per regolare conti tra gruppi rivali e per atti intimidatori, contribuendo ad alimentare un clima di costante tensione nel quartiere. Il gruppo disponeva inoltre di numerosi nascondigli – tra cui garage, sottotetti e aree comuni – che garantivano la disponibilità immediata degli armamenti all’occorrenza.

Già nei mesi precedenti al blitz, l’attività investigativa aveva portato al sequestro di decine di armi, tra cui pistole e fucili di vari modelli e calibri, molte delle quali modificate artigianalmente per aumentarne la potenza distruttiva. Recuperate anche migliaia di munizioni, comprese quelle destinate ad armi da guerra e automatiche. Il sequestro più preoccupante ha riguardato però il ritrovamento di diversi panetti di tritolo con detonatori e componenti elettronici: un materiale estremamente pericoloso, pronto per essere impiegato nella costruzione di ordigni telecomandati.

L’arsenale, accuratamente conservato e rifornito con regolarità, testimonia l’elevato livello di organizzazione del gruppo, che gestiva il traffico di armi con meticolosità e capacità logistiche degne di strutture criminali di alto profilo. L’operazione rappresenta un duro colpo per la criminalità organizzata nella zona nord di Reggio Calabria e un segnale forte dello Stato in un’area spesso teatro di illegalità diffusa.