Rigettati i ricorsi della Procura e della difesa: resta solo il reato di falso, mentre cadono le accuse più gravi
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La Corte di Cassazione ha messo la parola fine al processo Xenia, dichiarando inammissibile il ricorso della Procura e rigettando quello di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace ed europarlamentare. Resta definitiva la condanna a 18 mesi per un singolo reato di falso, con pena sospesa.
Lucano, inizialmente condannato in primo grado a 13 anni di reclusione, era stato poi assolto in appello da gran parte delle accuse, tra cui quelle di truffa e associazione a delinquere. Ora la Cassazione ha confermato l’impianto della sentenza d’appello, respingendo la richiesta del procuratore generale di un nuovo giudizio su alcuni reati.
Il procedimento era nato nel 2017 da un’indagine della Guardia di Finanza sulla gestione dei progetti di accoglienza nel borgo di Riace, simbolo di un modello di integrazione che aveva ottenuto riconoscimenti internazionali. Con la decisione della Suprema Corte, si chiude definitivamente un caso giudiziario che ha segnato il dibattito politico e sociale in Italia.