“Nemo propheta in patria” – Nessuno è profeta in patria – recita il vecchio adagio latino, ma anche in questo caso il progetto “Rica” di Bruno Panuzzo rappresenta una grande eccezione! L’opera filmica trionfa alla Terza edizione del “Premio Sant’Ilario” continuando ad incamerare grandi consensi. Dopo Bologna, Milano, Sanremo, Rimini e le seguitissime proiezioni nella Locride “Rica” convince e commuove ancora.
Nel corso della kermesse, realizzata nella splendida cornice della cittadina di Sant’ilario Marina, tornano protagonisti gli attori. Sono stati appunto gli attori a convincere in questo progetto, infondendo, ai loro personaggi, quell’elemento che ha “persuaso” e conquistato tanta gente in Italia ed all’estero (Australia e Canada). La commissione del premio omaggia la famiglia Saccomando, casata di validi e quotati artisti, con un pregevole riconoscimento. La regia di “Rica” è curata da Anna Maria Poveromo in tandem con il maestro Stefano Marra e lo stesso Panuzzo. Alcune scene dell’opera filmica sono state realizzate nella frazione Condojanni del Comune di Sant’Ilario e nella splendida Ferruzzano antica. Le riprese hanno evidenziato la bellezza dei luoghi e la valenza della tecnica di promozione denominata “Cineturismo”. Grandi applausi dunque per gli attori di Sant’Ilario, ed in particolare, per il giovane Alessandro Saccomando, che ha dato volto al piccolo Alfredino (ucciso con ferocia da un killer della ndrangheta). “Rica” rappresenta l’ennesimo miracolo dei figli della Locride sana: un nuovo punto di partenza, per edificare un futuro diverso ed alternativo, a codesto presente logoro e stanco. Si auspica che tali speranze, appunto, e simili buoni propositi non cadano nell’oblio ancora una volta. Ai posteri l’ardua sentenza. L’opera è basata sulle musiche dei leggendari Beatles degnamente reinterpretate da Bruno Panuzzo (è prevista una presentazione a Londra ed a Liverpool). La colonna sonora, edita dalla VME di Bologna, è prodotta da Lorenzo Sebastiani. Va ravvisata la presenza di Andrea Morelli (chitarrista di Cesare Cremonini e Loredana Bertè) nel brano portante “Rica”. La trama del progetto coinvolge anche il più insensibile degli spettatori e le tematiche, purtroppo, sono tremende attuali (specie dalle nostre parti). Oltre cento i giovani coinvolti gestiti e motivati dalle valide associazioni sportive di Domenic Scaglione, Alessio Panuzzo e Giusy Caruso. La trama del lavoro filmico si svolge nel corso dell’estate del 1994: il giuramento di eterna amicizia (sancito con il sotterramento della cassa del tempo sotto il vecchio albero) sarà, per i quattro ragazzi protagonisti, l’ultimo bagliore d’innocenza delle loro vite. Tale gesto giunge spontaneamente: prima che l’amara realtà del destino abbracci la disperazione, la morte ed un futuro dannatamente ingiusto. “Rica” è fedelissimo al romanzo omonimo edito da Brumar Editore. Anche se l’opera si contraddistingue per l’efficacia di suggestive immagini aeree e pregevoli scenari di posa (le immagini sono curate da Stefano Marra e Domenico Camarda) non rappresenta un grande esempio di tecnica. L’opera, brilla invece, per la grande valenza della trama, per le azzeccate musiche e per l’energia degli attori protagonisti, i quali, regalano nel contempo agli spettatori, un quadro crudele e bellissimo. Il viaggio dei protagonisti si conclude inevitabilmente con il “ritorno”. Un rientro che ha il sapore della giustizia, ma che annovera la lontananza da quell’indimenticabile e determinante stagione estiva. Il finale dell’opera, infatti, pone in evidenzia i cambiamenti: il mutamento degli ideali, la perdita dei cari amici e delle certezze adolescenziali collocandosi ad estrema distanza, da un periodo ormai perduto per sempre. La premiazione di “Rica” è suggellata dalla performance canora di Bruno Panuzzo: che incanta il pubblico con la sua calda voce
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