Il Tribunale di Crotone ha stabilito che il fatto non costituisce reato
Continua....
Assoluzione piena per il vicepresidente della giunta regionale della Calabria, Filippo Pietropaolo, accusato di ricettazione nell’ambito di un’indagine avviata nel 2017 su un’organizzazione dedita al traffico illecito di reperti archeologici nel crotonese. Il Tribunale di Crotone ha stabilito che il fatto non costituisce reato, respingendo la richiesta della Procura che aveva chiesto una condanna a due anni di reclusione.
Secondo l’accusa, Pietropaolo, all’epoca consigliere delegato della società Seta, avrebbe ricevuto una moneta dei Bretti, considerata di particolare pregio, da un docente poi deceduto, in cambio dell’assunzione di suo figlio. Tuttavia, la difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Laratta, ha dimostrato la legittima provenienza della moneta, portando all’assoluzione dell’esponente di Fratelli d’Italia.
Le dichiarazioni della difesa
«Il processo non poteva che concludersi in questo modo», ha dichiarato l’avvocato Laratta. «L’assessore ha ricevuto in regalo una moneta di cui abbiamo dimostrato la provenienza legittima. Il Tribunale ha posto fine a una vicenda spiacevole con una sentenza assolutoria piena».
La sentenza del Tribunale di Crotone
Oltre all’assoluzione di Pietropaolo, il Tribunale ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Pasquale Attianese, Giovanni Luigi Lettieri, Raffaele Malena, Mario Mascaro, Raffaele Monticello ed Ernesto Palopoli, in quanto deceduti.
Sono stati dichiarati prescritti i reati contestati a Salvatore Rocca, Antonio Pasquale Fabiano, Pasquale Filoramo, Ferdinando Marchio, Domenico Viola (classe ‘66), Domenico Viola (classe ‘34), Mario Raso, Vittorio Raso, Vincenzo Verterame, Edoardo Morrone e Giuseppe Antonio Morrone.
Condanne invece per Vincenzo Godano, che dovrà scontare cinque anni di reclusione, e per Salvatore Francesco Filoramo, Luca Filoramo e Francesco Carmine Verterame, condannati a tre anni ciascuno. Francesco Arena ha ricevuto una condanna a due anni, mentre Vittoria Villirillo è stata condannata a tre anni.
Assoluzioni per Marino Carmelo e Pasquale De Tursi, perché il fatto non sussiste. Stesso verdetto per Maria Yvonne Gallo, Luigi Lacroce, Leonardo Lecce, Michele Bisceglie e Mario Raso Chiaravalloti.