Si è concluso con 69 condanne e 20 assoluzioni il processo con rito abbreviato che vedeva altrettanti imputati coinvolti nel dicembre del 2019 nella maxi-inchiesta Scott Rinascita. Oggi pomeriggio nell’aula bunker di Lamezia Terme il gup Claudio Paris ha letto il lungo dispositivo. La richiesta della Procura distrettuale di Catanzaro – ieri in aula anche il procuratore capo Nicola Gratteri – è stata interamente accolta per alcuni imputati. In particolare per quelli nei confronti dei quali erano state invocate le condanne più alte, ovvero 20 anni di carcere (considerando lo sconto di un terzo per la scelta del rito alternativo. Complessivamente la Procura distrettuale aveva chiesto 84 condanne e soltanto sei assoluzioni, rispetto alle 20 che sono state emesse. Le ipotesi di reato su cui è stato chiamato a decidere il gup catanzarese vanno dall’associazione mafiosa, al concorso esterno; dall’omicidio al tentato omicidio; dall’estorsione all’usura; dalla truffa alla rapina, dall’intestazione fittizia di beni al traffico di sostanze stupefacenti e ancora detenzioni di armi, danneggiamento alla corruzione in atti giudiziari.
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“Un riscontro importante al corpo del capo d’imputazione. Nessuno è stato assolto per 416 bis, ma solo per posizioni marginali. Per sette già noi avevano chiesto l’assoluzione e due prescrizioni. Dunque, è andata molto bene rispetto a quello che era l’impianto accusatorio”.
Così all’AdnKronos il capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri commenta la raffica di condanne emesse dal Gup nell’ambito del processo abbreviato ‘Rinascita-Scott’.
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