Dopo l’allestimento della struttura a Cosenza, la Protezione civile e il governo pensano a riattivare i presìdi chiusi negli anni scorsi. Sotto esame la situazione di Tropea, mentre si valuta l’utilizzo di un’ala del presidio di Locri. Boccia conferma: «Tutti quelli che potranno essere usati lo saranno»
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C’è una sola opzione certa, l’ospedale da campo a Cosenza. Le altre sono ancora appese a scelte in itinere. Per il momento, quando la visita del capo della Protezione civile Angelo Borrelli è in corso, le soluzioni di Vibo Valentia e Locri appaiono in forse. Le telefonate si sono susseguite per tutto il fine settimana, nonostante gli annunci dati per certi. E, alla fine, le possibilità più concrete per fronteggiare la seconda ondata dell’emergenza Covid (in realtà la prima per una regione che nella scorsa primavera aveva numeri molto bassi di contagi) sono una riapertura e la possibilità di utilizzare spazi vuoti che andrebbero soltanto attrezzati. Si tratta rispettivamente dell’ospedale di Tropea e di un’ala del nosocomio di Locri. Nel primo caso i sopralluoghi sarebbero già in corso, nel secondo sono necessari approfondimenti sulla disponibilità dei locali. Per il resto, il tema è comune (che si tratti di ospedali da campo o di strutture da riaprire): oltre alle aree c’è materiale umano da reperire per offrire servizi. In questo senso sembra andare anche la dichiarazione del ministro Francesco Boccia, oggi in visita in Calabria, al termine della tappa cosentina. «Per quanto riguarda gli ospedali chiusi in questa regione, per alcuni ci sarà una valutazione oggettiva, e tutti quelli che potranno essere utilizzati lo saranno – ha detto il ministro degli Affari regionali ai giornalisti –. Perché se c’è una cosa che la pandemia ha insegnato a tutti è che il diritto alla salute, così come quello all’istruzione, non dovrà mai più essere compresso da vincoli di bilancio. Nello stesso tempo il rispetto per i contribuenti e il bilancio dello Stato lo si attua non sperperando denaro pubblico. Quindi lo Stato ci sarà per garantire il diritto alla salute, ma sarà anche vicino alla magistratura che fa pulizia di coloro che si impossessano di risorse pubbliche».
Cosenza, ospedale già pronto, entrerà in funzione a breve. Anche se, secondo quanto si apprende, ci sarebbe stato un potenziale inciampo sulla disponibilità dei fondi per pagare le spese del presidio allestito dall’Esercito. La Regione, in sostanza, avrebbe sollevato obiezioni sul pagamento sostenendo che l’ospedale sarebbe stato montato in un’area troppo lontana dall’Annunziata. Un’obiezione che pare possa essere risolta dopo l’intervento di Borrelli e del governo.