Il cantautore calabrese conquista il terzo posto a Sanremo e il premio per il miglior testo, portando la sua terra sotto i riflettori
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San Fili vive una notte speciale, tinta di bronzo e di emozione. Sul palco dell’Ariston, Brunori Sas sfiora la vittoria ma conquista il cuore di tutti, aggiudicandosi il terzo posto e il premio per il miglior testo. Un traguardo che segna il definitivo riconoscimento del suo talento e della sua poetica fuori dagli schemi.
A San Fili e Guardia Piemontese, i due comuni del cosentino legati all’artista, l’entusiasmo è incontenibile. Nel teatro “Gambaro”, tra magare in festa e tifosi accaniti, l’annuncio della cinquina finale accende la speranza: “Dariuzzo nostro c’è!”. Anche la sindaca Linda Cribari trattiene a stento l’emozione, sognando un piazzamento ancora più alto.
Il legame tra Brunori e la sua terra è fortissimo. Lo dimostrano i piccoli gesti della comunità: panini e dolci dedicati al cantautore, la celebre scirubetta da lui resa popolare, e persino la vurziceddra, l’amuleto apotropaico delle magare di San Fili, che ha accompagnato il cantante fino a Sanremo.
Ora, quell’Albero delle noci, simbolo della sua infanzia e della sua musica, è diventato patrimonio di tutti. E con Brunori Sas, la cultura e le tradizioni calabresi viaggiano ben oltre i confini regionali.